Parigi avvicina l’Italia paralimpica ai Giochi di Los Angeles
PARIGI (FRA) – Dopo due anni di assenza dalla pista iridata e una preparazione limitata, l’Italia paralimpica è tornata protagonista ai Mondiali di Parigi riuscendo a difendersi e togliendosi anche qualche soddisfazione.
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Le numerose top ten, i quarti e quinti posti di Claudia Cretti e Michele Pittacolo, i personal bests di tutti gli atleti in netto miglioramento possono sembrare poca cosa rispetto a quanto ci ha abituato la Nazionale paraciclismo, che su strada domina da anni il panorama internazionale collezionando medaglie e risultati impareggiabili. Ma solo coloro che hanno il coraggio di affrontare anche insuccessi possono ottenere grandi successi. Ed è da qui che parte il cammino verso le Paralimpiadi di Parigi e soprattutto Los Angeles 2028, alla quale gli azzurri vogliono arrivare con una rosa completa e competitiva ai massimi livelli anche su pista.
A Saint-Quentin-en-Yvelines la Nazionale guidata dal Responsabile del Settore Pista Paralimpica Silvano Perusini (assieme ai collaboratori Pierpaolo Addesi e Francesco Parmegiani) ha maturato una magnifica esperienza, mettendo in campo prima di tutto professionalità, umiltà ed entusiasmo. Ingredienti fondamentali per proseguire un cammino tanto importante quanto complesso. Ma a fare da spalla al gruppo paralimpico ci sarà sempre la Federazione Ciclistica: “Quello a cui stiamo assistendo è un progetto di cui voi, tutti insieme, siete i principali artefici. Ma non sarete mai soli”, le parole del presidente Cordiano Dagnoni agli azzurri durante la trasferta francese. E ancora: “Da parte della FCI c’è il massimo impegno per mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari affinché voi possiate allenarvi e crescere, attingendo anche a quella che è l’attività della Nazionale di Marco Villa. Il nostro appoggio non mancherà mai e non posso fare altro che ringraziarvi per l’impegno che state dimostrando di metterci. C’è stato poco tempo per allenarsi ma, nonostante ciò, i primi risultati iniziano a vedersi ed è un segnale lusinghiero che ci dà modo di crederci e di andare avanti”.
I piazzamenti di Parigi parlano chiaro. Il primo elemento che si nota è il numero di azzurri partecipanti: nove (con una defezione per motivi di salute) gli azzurri convocati quest’anno, numero ben più alto rispetto ai tre della trasferta di Rio de Janeiro nel 2018 ed i 6 di Milton nel 2020. Segnale che racconta prima di tutto l’impegno con il quale il gruppo sta rispondendo all’investimento che Federciclismo e CIP hanno scelto di mettere in campo in vista dei prossimi impegni olimpici. E ancora: 25 top ten complessive, le belle performance di Claudia Cretti (C5), quinta nello Scratch e nell’Omnium, quarta nei 200 metri, una potenza che va solo limata per poter essere espressa al meglio; la costanza di Eleonora Mele (C5), che mette sempre il 110% in ogni competizione e non si accontenta mai, pur migliorando di volta in volta.
Ma non solo: nella crescita a cui abbiamo assistito a Parigi un prezioso contributo è stato dato dalle guide del tandem con la giovanissima e promettente Giorgia Bonetti e l’esperto Paolo Simion, che ha messo a disposizione di tutto il gruppo le sue conoscenze tecniche immagazzinate grazie alla sua precedente esperienza nella Nazionale di Villa; dalla freschezza di new entry come Ilaria Brugnoli e Maurizio Romeo (WB e MB), che hanno dimostrato di avere grandi margini di miglioramento e un entusiasmo contagioso, finendo ben 4 volte tra i migliori 10; dall’esperienza di Andrea Tarlao, Giancarlo Masini e Michele Pittacolo, che della maglia azzurra conoscono bene onori ed oneri e continuano a sostenere il gruppo.
Ma indispensabile è stato anche l’apporto di uno staff (meccanico, sanitario e tecnico) che non si è mai tirato indietro, contribuendo in ogni momento di gara ad una trasferta che non può che lasciare sensazioni positive. Rinnovare e allargare la rosa con l’introduzione di nuove leve è il passo successivo, con l’obiettivo di rendere l’Italia paralimpica veramente competitiva ed in tutte le categorie.