Altro anno con il segno ‘+’ per l’industria ciclistica
Si temeva un tonfo dopo gli anni record del 2020 e del 2021 in cui, complice l’uscita dalla pandemia, molti neofiti hanno scoperto nella bicicletta un modo per uscire di casa, godersi l’ambiente e, perché no, sostituire in certi spostamenti l’automobile. Invece anche il 2022 si è concluso con il segno positivo per l’industria ciclistica, almeno questo è quello che emerge dall’ultimo bilancio trimestrale di Shimano, con il produttore giapponese di componenti che ha fatto segnare un nuovo record: il fatturato netto della divisione biciclette ha toccato i 3,63 miliardi di euro, con un incremento del 16,6% rispetto al 2021, il precedente anno da record.
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“Sebbene il forte interesse per le biciclette durante la pandemia di COVID-19 abbia mostrato segni di raffreddamento, la domanda di biciclette è rimasta al di sopra dei livelli pre-pandemia”, si legge nella nota diffusa da Shimano. Non un dato scontato, visto i problemi di approvvigionamento che ha penalizzato i rivenditori, sia per quanto riguarda i telai che la componentistica.
Oltre agli indicatori puramente finanziari, il rapporto dell’azienda certifica come anche le vendite abbiano continuato a crescere: certo non si può eguagliare il +44,6% del 2021, ma anche nel 2022 il numero di prodotti messi sul mercato è cresciuto di un altro 15,1%.
Secondo gli analisti di Shimano, nel 2023 potrebbe invertirsi la tendenza, con una contrazione delle vendite e del fatturato annuale: si stima che il bilancio potrebbe chiudersi intorno ai 3,55 miliardi di euro, anche a causa di un raffreddamento delle piazze asiatiche e sudamericane, penalizzate da un’inflazione galoppante.