Kask Elemento: non solo aerodinamicità
Che due delle caratteristiche chiave dei caschi siano leggerezza e aerodinamicità è noto: in un ciclismo sempre più equilibrato e in cui i dettagli fanno la differenza, anche un etto di peso può influire sulla performance. Ma, soprattutto quando ci si riferisce al mondo amatoriale, queste caratteristiche non possono bastare: devono infatti essere aggiunti termini come comfort e sicurezza. Ne è consapevole Kask, che ha rilasciato il nuovo Kask Elemento.
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Kask Elemento introduce Fluid Carbon 12 e Multipod, due tecnologie innovative che danno la priorità alla sicurezza, migliorando la termoregolazione e il comfort. Fluid Carbon 12 è un tecnopolimero composito in grado di assorbire più energia da un impatto rispetto ai materiali tradizionali e di distribuire la forza generata in modo più uniforme su tutto il casco.
Multipod è l’imbottitura interna stampata in 3D proprietaria di KASK. Questo materiale elastomerico consente al casco di resistere meglio all’energia generata dagli impatti lineari e rotazionali. Multipod funziona in modo isotropico, il che significa che resiste all’energia degli impatti allo stesso modo indipendentemente dalla direzione in cui viene applicata la forza.
Anche grazie a queste peculiarità, Kask Elemento si è meritato le cinque stelle dal test altamente autorevole di Virginia Tech, che misura le prestazioni del casco quando sottoposto a impatti lineari e rotazionali.
Cinque stelle anche dai professionisti di Ineos Grenadiers
La ricerca e lo sviluppo di Kask Elemento risalgono al 2020, ma sono stati i test sul campo a guidare l’innovazione del prodotto. Tra chi ha collaborato alla realizzazione di questa versione i professionisti di INEOS Grenadiers. E non è la prima volta che i professionisti della formazione britannica collaborano con le aziende partner per il perfezionamento di un prodotto: solo due settimane fa, nella Coppa del Mondo di Mtb a Nove Mesto ha debuttato la nuova Dogma XC di Pinarello, sviluppata dagli ingegneri dell’azienda italiana anche grazie ai feedback di Pauline Ferrand Prevot e di Tom Pidcock.