A difesa della Foresta Tropicale, in bici
Oltre cinque mila chilometri tra caldo, umidità, grandi salite che porteranno sopra i 4000 metri e poi la picchiata verso l’Oceano Pacifico. Non sono le caratteristiche di una nuova corsa a tappe per gli amanti delle sfide epiche, bensì il ruolino di marcia di tre ciclo turisti italiani che martedì partiranno dall’Italia alla volta del Sudamerica per la Transamazzonica: il medico Alberto Vaona, il pilota dell’AreonauticaPaolo Simone e il Forestale Riccardo Bonazzo hanno deciso di intraprendere questo viaggio estremo in bicicletta per sensibilizzare con la loro testimonianza sui temi della deforestazione di quello che è il polmone del mondo e la violazione dei Diritti Umani delle popolazioni che vivono nella Foresta Amazzonica.
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Come si legge nel portale dedicato alla loro iniziativa, intitolata “IO SONO Amazzonia
Agire come specie o morire come singoli”, l’idea è quella di un viaggio non solo all’insegna dell’impresa sportiva ma anche e soprattutto volto a sottolineare l’importanza di un nuovo rapporto con la Natura e le risorse naturali. Non un’iniziativa di denuncia, ma di esempio, visto che la pedalata vuole lanciare proprio il messaggio che cambiare è possibile.
“L’Amazzonia è il luogo dove ancora più che altrove si gioca il destino dell’Umanità”, spiegano i tre ciclo-viaggiatori. “Con la nostra Transamazzonica vogliamo dire a tutti: l’Amazzonia sono anche io, anche se vivo dall’altra parte del pianeta. Anche io ne sono responsabile, anche io voglio prendermene cura, perché amo il mio Pianeta e amo la Specie Umana. Quest’impresa, unica nel suo genere, ha un incredibile potenziale sportivo ma anche scientifico e umano; non sarà facile da portare a termine: le difficoltà saranno molteplici e potrebbero essere anche molto pericolose. L’importanza di un team affiatato e con varie competenze sarà fondamentale”.
Il cv dei tre pedalatori
Alberto Vaona, nato nel 1975, vive a Verona. Medico, oltre che di clinica si è occupato anche di ricerca, formazione e cooperazione internazionale. Al momento sta approfondendo le tematiche della telemedicina in un progetto curato in collaborazione con il Rotary Verona Nord.
In bicicletta ha già percorso grandi distanze, in giro per il mondo. Questo per lui sarà un ritorno in America Latina a distanza di otto anni dalla Lima-Buenos Aires in bici. Oltre a tutte le regioni italiane, ha attraversato paesi come Argentina (Ruta 40, 2500 km in solitaria), Cile (Carretera Austral, 2200 km), Perù, Bolivia, Spagna (Cammini di Santiago e Bordeaux-Valencia sul Camino del Cid), Portogallo, Polonia (Green Velo, 2000 km in solitaria), Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Norvegia (Via di Sant’Olaf, 1000 km), Balcani (Slovenia. Croazia, Bosnia, Albania, Montenegro, Kosovo), Turchia (Istanbul-Patrasso in solitaria). Nel 2018 ha viaggiato in bici anche nella lontana Mongolia (Moron-Ulanbataar, 1000 km) ed è da poco tornato da oltre 600 km in Romania.
Paolo Simone, nato a Novara nel 1959. Appassionato di aeronautica, si diploma perito costruttore aeronautico. Militare di leva come alpino sciatore e poi volontario come ufficiale pilota in Aeronautica Militare si brevetta su velivolo ad elica e poi jet. Abilitato su elicottero si occupa di soccorso in mare e quindi in montagna anche in teatri di guerra. Nel corso della carriera qualificato istruttore su ala rotante e fissa, collaudatore di produzione per la linea elicotteri, istruttore di sopravvivenza in montagna, comandante della Squadriglia Collegamenti e Soccorso di Linate. Lo sport non è mai mancato: dal running amatoriale sulle lunghe distanze (un paio di maratone, una 100 km del Passatore, 240 km nel deserto tunisino in 4 giorni di autonomia solitaria, Novara Narbonne 700 km in 10 g con rimorchio). Enduro e moto rally in Tunisia, Libia, Egitto, Algeria, Marocco, Mauritania e Senegal. Amante dei viaggi, estroverso e cacciatore d’avventura ha una famiglia meravigliosa che lo supporta con entusiasmo.
Scopre la bicicletta dopo il congedo dall’Aeronautica ed è subito il nuovo mezzo per viaggiare, Cammino di Santiago, giro d’Italia, giro d’Islanda, Balcani e nuovo tour a Santiago. Il sogno della Caretera Austral è stato bloccato dalla pandemia ma ecco affacciarsi la meravigliosa Transamazzonica: unire due oceani attraverso Brasile, Bolivia e Cile occasione per scoprire popoli e ambienti affascinanti.
Riccardo Bonazzo, Carabiniere Forestale, nato nel 1960, ex atleta del Corpo Forestale dello Stato, pluridecorato, ha all’attivo 40 maratone internazionali in tutti 5 i continenti con un record personale di 2h20m, alterna corsa, ciclismo, nuoto.
Ha sempre lavorato in ambito ambientale contro i tagli boschivi indiscriminati e gli abusi edilizi in zone vincolate, oltre che in operazioni anti-bracconaggio e nel sequestro di animali maltrattati. Alla tutela della flora e della fauna, ha affiancato anche l’impegno nel soccorso alle popolazioni colpite dai terremoti dell’Aquila e Amatrice.