Schurter e Ferrand-Prevot griffano il weekend in Val di Sole
COMMEZZADURA (TN) – In una stagione olimpica, nella quale le ambizioni a cinque cerchi condizionano le scelte di un’annata intera, arriva sempre un momento in cui si scoprono le carte, in cui chi sogna in grande vuole e deve dimostrare, agli avversari e a sé stesso, il suo vero valore. Erano in tanti a pensare che, per i protagonisti del Cross Country, questo momento sarebbe arrivato proprio in Val di Sole, a sei settimane da Parigi, in una grande classica del circuito mondiale: una di quelle giornate in cui vincere conta sempre qualcosa in più.
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Domenica 16 giugno Daolasa di Commezzadura ha assistito a uno spettacolo di assoluta nobilità ciclistica, e i nomi dei campioni di Val di Sole 2024 non lasciano adito a dubbi. Nino Schurter e Pauline Ferrand-Prèvot, gli atleti più titolati del mondo della Mountain Bike, in Trentino hanno voluto mettere le cose in chiaro, presentandosi da soli – e con margine – a raccogliere sul traguardo l’urlo del pubblico di Daolasa (20.000 gli ingressi nell’arco del weekend), spettacolare come solo in Val di Sole sa esserlo.
Per Schurter (nella foto di Giacomo Podetti) il conteggio degli allori in Val di Sole tocca quota nove, due Mondiali e sette Coppe del Mondo, Ferrand-Prèvot sale a quota tre. Per entrambi potrebbe essere stata l’ultima volta, con lo svizzero motivato a coronare una carriera immensa con un’altra medaglia olimpica, e la francese destinata a concentrarsi sulla strada dal 2025, auspicabilmente con al collo l’oro di Parigi, l’ultimo titolo che le manca nel fuoristrada. Se davvero sarà stato l’ultimo ballo in Val di Sole, di sicuro sarà stato bellissimo.
Ma bellissimo è stato anche il pomeriggio degli azzurri, in particolare al maschile: dopo l’inizio di stagione più difficile degli anni recenti, Luca Braidot è tornato a ruggire come sa fare, come aveva promesso di fare dopo il coraggioso Short Track di venerdì. Il suo quarto posto, superato allo sprint da Azzaro per la terza piazza, ha il sapore di un riscatto, ma soprattutto ha tutta l’aria di un visto per l’avventura Olimpica, quella che ad un tratto sembrava potesse sfuggirgli di mano.
Con lui a Parigi dovrebbe esserci Simone Avondetto, Campione Europeo che ha superato una partenza da incubo per risalire, giro dopo giro, fino alla sesta posizione. Nell’evento simbolo del suo movimento a livello mondiale, l’Italia ha ritrovato le sue punte: adesso sognare il podio di Parigi si può.
La nona sinfonia di Nino in Val di Sole
Nella carriera di ogni fenomeno c’è un evento, un luogo, un percorso nel quale riesce ad alzare il livello fino a diventare quasi inaffrontabile. Per Nino Schurter, l’anello da Cross Country di Val di Sole Bikeland è un po’ come il centrale di Wimbledon per il suo illustre connazionale Roger Federer. Da quest’anno, forse, anche qualcosa in più.
Se per Federer le vittorie a Wimbledon sotto otto, Nino Schurter ha suonato oggi la sua nona sinfonia di un repertorio da leggenda. Che l’elvetico del Team Scott-SRAM fosse in una di quelle giornate dove tutto gli viene facile lo si era capito dal giro di lancio. Schurter è stato autore di una partenza a razzo che ha fatto subito una prima selezione: con lui, Hatherly (Cannondale), Sarrou (BMC) e Vidaurre (Specialized).
Un sussulto d’orgoglio di Azzaro (Decathlon) e Colombo (Scott-SRAM) ha permesso che nel secondo passaggio rientrasse un secondo gruppo comprendente anche la maglia di Campione Italiano di Luca Braidot (Santa Cruz).
Nel terzo giro, un nuovo strappo di Schurter ha fatto nuovamente il buco, portando con sé il solo Hatherly. Alle loro spalle, la gara per il terzo posto si giocava in un gruppetto la cui composizione è variata più volte, e che nel finale ha visto rientrare anche il Campione Europeo Simone Avondetto (Wilier-Vittoria), autore di una rimonta notevole dalle retrovie. All’inizio della quinta tornata, Schurter ha approfittato del passaggio in feed zone di Hatherly per dare un’altra accelerata, stavolta decisiva.
Alle spalle dei primi due, Braidot, Avondetto, Azzaro, Colombo, Guerrini, Forster e Sarrou si sono giocati il terzo posto. Luca Braidot ha provato a imporre il ritmo in salita nell’ultimo giro, trovando la risposta dei soli Colombo e Azzaro. Sul traguardo, Schurter, alla sua 36.sima affermazione in Coppa del Mondo (la prima stagionale: non vinceva da Val di Sole 2023) e all’80.simo podio, ha preceduto di 8” Hatherly, mentre la volata per la terza posizione è stata vinta da Mathis Azzaro davanti a Luca Braidot, quarto, e Filippo Colombo a completare la top 5 a 46”.
«Sono emozionato, adoro la Val di Sole», ha detto Schurter dopo aver tagliato il traguardo. «Il nuovo percorso è interessante, molto fisico ma allo stesso tempo serve intelligenza tattica. Il mio piano era rendere la gara dura sin dall’inizio: partire forte e mantenere un ritmo elevato. Verso metà gara ho provato a gestire per risparmiare qualche energia, ma ho realizzato che dovevo insistere nella mia azione per avere la meglio. A 38 anni, essere ancora al vertice qui è un privilegio».
Per Luca Braidot, il quarto posto rappresenta un passo, forse decisivo, verso Parigi: «Sono felicissimo di questo risultato e dei progressi che sto facendo, anche se alla fine ho sbagliato a impostare la volata. Ho lavorato molto per ottenere questo stato di forma e mi sento pronto per le Olimpiadi: anche se ero rimasto l’unico a crederci, erano e restano il mio principale obiettivo stagionale».
Sesto l’altro azzurro Simone Avondetto: «Sono partito un po’ indietro, ma mi sentivo bene. Quando sono rientrato sul secondo gruppo ce la siamo giocata, purtroppo mi è mancato qualcosa nei giri finali. Peccato per il podio, ma sono fiducioso per quello che sarà, a cominciare dalle convocazioni per i Giochi».
Può gioire il CT azzurro Celestino: in vista dei Giochi, l’Italia al maschile c’è.
Pronostici rispettati nella gara Uomini U23: lo statunitense Riley Amos (Trek Factory) si è lasciato alle spalle il connazionale Bjorn Riley (Trek Future), giunto sul traguardo con 9” di ritardo. Terzo l’elvetico Finn Treudler (Cube Factory), 25° il primo degli azzurri, Elian Paccagnella (Wilier-Vittoria).
Tris di Pauline Ferrand-Prevot
Nella domenica di WHOOP UCI Mountain Bike World Series in Val di Sole a splendere non è soltanto il sole nel campo gara di Daolasa di Commezzadura ma anche la stella più luminosa del panorama della Mountain Bike al femminile: Pauline Ferrand-Prèvot.
La Campionessa del Mondo non ha avuto rivali, trovando la terza affermazione in Trentino, le precedenti risalgono al 2019 e al 2022. Dopo un primo giro che l’ha vista avvantaggiarsi assieme a Pieterse e Lecomte, la portacolori della INEOS Grenadiers si è involata nella seconda tornata con una progressione bruciante che non ha lasciato scampo alla concorrenza.
Alle spalle della transalpina, Puck Pieterse (Alpecin Deceuninck) ha provato ad opporsi con una condotta di gara molto dispendiosa, ma l’olandese, vincitrice dello Short Track di venerdì e del Cross Country un anno fa, non ha mai realmente impensierito la rivale. Per la 22enne di Amersfoort la soddisfazione di una seconda posizione a 50” dall’iride di Ferrand-Prèvot e la consapevolezza che ai Giochi Olimpici di Parigi sarà una delle poche atlete in grado di contenderle la medaglia d’oro.
«Non è stata una giornata semplice», ha dichiarato Ferrand-Prèvot. «Dopo tre giorni intensi di allenamento mi sentivo un po’ stanca ma sono riuscita a prendere il comando della gara e fare corsa di testa. Dovevo concentrarmi soltanto sul mio ritmo, andare più veloce che potevo. In ogni gara cerco di capire il mio stato di forma rispetto alle rivali in vista alle Olimpiadi: il percorso è ancora lungo, ma non vedo l’ora che arrivi Parigi».
Dopo l’annunciato uno-due Ferrand Prèvot-Pieterse, il pubblico di Daolasa ha potuto applaudire la sorpresa di giornata, la sudafricana Candice Lill, atleta regolare ma capace in Val di Sole di trovare un acuto e la prima top-3 della stagione di WHOOP UCI Mountain Bike World Series. Hanno completato la top-5 Loana Lecomte (Canyon CLLCTV) e la statunitense Savilia Blunk (Decathlon).
Dopo un avvio brillante, Chiara Teocchi (Orbea Factory) ha concluso 18esima come migliore delle italiane. Ancora più lontane Martina Berta (Santa Cruz-Rockshox), rallentata nelle fasi di partenza da una caduta avvenuta davanti a lei, Giada Specia (Wilier-Vittoria), rispettivamente 23.sima e 25.sima.
In campo Under 23 ha dominato, come da pronostico, la canadese Isabella Holmgren (Lidl-Trek), che ha distanziato di 1’26” la francese Olivia Onesti (Trinx Factory). All’ultima tornata, la svizzera Elina Benoit (+ 2’37”) ha sopravanzato per il terzo posto l’azzurra Valentina Corvi (Santa Cruz Rockshox), quarta a 2’51”.