LOSANNA (SVIZZERA) – Oggi, presso il TAS di Losanna, avrebbe dovuto svolgersi l’udienza relativa al caso Peter Sagan e Bora – hansgrohe contro UCI. Invecem le parti in causa sono giunte ad un accordo extragiudiziario per dirimere la questione.

La vicenda riguarda l’ormai nota squalifica di Peter Sagan dal Tour de France dopo l’incidente di cui è stato protagonista nella volata della quarta tappa, conclusa a Vittel. Il campione del mondo e la sua squadra chiesero un appello urgente al TAS in modo da permettere all’atleta di proseguire con la corsa e di sospendere la squalifica. Il TAS diede immediatamente parere contrario.

Considerando il materiale portato nelle precedenti audizioni, incluso un nuovo video che non era disponibile nel momento in cui la giuria prese la decisione di squalificare Peter Sagan, le parti sono giunge alla comune decisione che l’incidente è stato casuale e non intenzionale e che i commissari UCI presero la decisione basandosi su quanto a loro disposizione. Le parti hanno quindi deciso di non continuare il procedimento legale.

Il nuovo presidente dell’UCI David Lappartient commenta così la posizione della federazione internazionale: “Questo procedimento ha mostrato quanto sia importante e complesso il lavoro dei commissari UCI. Dalla prossima stagione siamo intenzionati a introdurre un commissario di supporto, con una speciale competenza nell’analisi video, come assistenza esterna al collegio di giuria nei principali eventi dell’UCI World Tour”.

Insomma, dopo il calcio italiano, dal prossimo anno, anche i principali eventi mondiali di ciclismo adotteranno il VAR (Video Assistant Referee). 

Il campione del mondo UCI Peter Sagan è soddisfatto della decisione: “Il passato è già dimenticato, ora si tratta di migliorare il futuro del nostro sport. Quanto mi è successo a Vittel ha dimostrato che il lavoro dei Commissari UCI è difficile e l’UCI ha riconosciuto la necessità di facilitare il loro lavoro in modo più efficace. Sono felice che il mio caso porti a sviluppi positivi, perché è importante per il nostro sport prendere decisioni giuste e comprensibili”.
 
Ralph Denk, team manager di BORA – hansgrohe, aggiunge: “È sempre stato nostro obiettivo chiarire che Peter non aveva causato volontariamente la caduta di Mark Cavendish. Nessuno vuole che i corridori cadano o si feriscano, quello di Vittel è stato un incidente di gara, come ne possono nel corso di uno sprint. Il mio lavoro come team manager è quello di proteggere i miei corridori e sponsor ed questo che abbiamo fatto”.