AIGLE (SVIZZERA) – L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha svelato ieri le metodologie e i macchinari che utilizzerà nel corso della stagione 2018 per combattere le frodi tecnologiche, ossia nella ricerca di eventuali motorini nascosti all’interno delle biciclette. La lotta la doping tecnologico è uno dei temi centrali del mandato del nuovo presidente UCI David Lappartient.

Oltre ai tablet magnetici ed alle telecamere termiche già in uso, da quest’anno verrà utilizzata anche un’unità portati per esami ai Raggi X che è stata studiata dalla collaborazione tra la Commissione UCI per la Lotta alla Frode Tecnologica (presieduta da Bob Stapleton ed in cui lavora anche l’ex professionista Jean-Christophe Péraud) e la Commissione Francese per le Energie Atomiche e Alternative, e realizzata grazie al supporto di VJ Technologies. Nel ruolo di regista di tutta l’operazione c’è proprio l’ex professionista Jean-Christophe Péraud.

Un furgone attrezzato con le apparecchiature per i raggi X quindi è pronto a spostarsi in giro per il mondo, di gara in gara, per radiografare le biciclette e scovare eventuali frodi. Si tratta della più grande operazione mai messa in campo per combattere le frodi tecnologiche con testi programmati in 150 giornate di gara sparse per i cinque continenti. E l’esordio è già fissato per il weekend «in una delle corse del WorldTour» (ce ne sono due, a pochi chilometri di distanza, la E3 Harelbeke e la Gand-Wevelgem, ndr).

Al termine di una corsa, nel giro di appena cinque minuti, potrà essere effettuato un esame completo del mezzo: si mirerà soprattutto ai vincitori o ai migliori degli ordini d’arrivo, sfruttando anche la collaborazione con la nuova figura del Commissario Video che segnalerà eventuali cambi di bicicletta, per rimuovere eventuali sospetti dai risultati. Per il futuro, sono invece allo studio nuovi sistemi per il rilevamento di campi magnetici in corsa.

I controlli interesseranno tutte le discipline e tutte le categorie. Il 50% dei quali riguardanti il WorldTour): il 69% dei test riguarderà le corse su strada, il 13% il cross, il 9% alla pista e alla mountain bike.

L’investimento totale da parte dell’Uci raggiunge il milione di euro ma non si ferma qui: si sta lavorando alla tecnologia RFID che serve come identificazione e/o memorizzazione automatica di informazioni inerenti ai materiali usati prima, durante e dopo le corse. E per la fine dell’anno è atteso l’arrivo della magnetometria: un segnalatore potrà identificare campi magnetici sospetti e segnalarli in tempo reale al commissario Uci.

«Sei mesi dopo la mia elezione l’Uci è pronto a lanciare un messaggio forte alla famiglia del ciclismo con questo piano contro le frodi tecnologiche. Noi non vogliamo smascherare le frodi, vogliamo dimostrare che non ci sono», le parole di David Lappartient.