Scorte tecniche: le novità del nuovo disciplinare spiegate da Roberto Sgalla
Sulla Gazzetta Ufficiale del 19 giugno 2019 è stato pubblicato l’atto “Modifiche al disciplinare per le scorte tecniche alle competizioni ciclistiche su strada” che prevede importanti novità, soprattutto per l’organizzazione di granfondo. Per capire nel dettaglio quali sono le differenze rispetto al passato, ne parliamo con Roberto Sgalla, responsabile della Commissione Nazionale Direttori di Corsa e Sicurezza.
– Il decreto parte da un dato di fatto: il disciplinare delle scorte precedetene aveva 16 anni. In questo periodo ha prodotto significativi risultati in termini di sicurezza, ma era stato pensato per competizioni con non più di 200 concorrenti. Il ciclismo, soprattutto attraverso il fenomeno delle granfondo, è cambiato. Era necessario un tagliando; quali le novità più importanti?
“Queste in sintesi:
- viene introdotta la nuova figura del responsabile della scorta, con compiti diversi rispetto al capo scorta;
- si consente al personale appartenente a Forze di Polizia di essere abilitato senza esame;
- si interviene sulle caratteristiche tecniche delle moto utilizzabili per la scorta per ridefinirne soprattutto la cilindrata minima;
- è stata ridisegnata la dotazione strumentale minima richiesta per garantire la concreta possibilità di coordinarsi comunicando costantemente con il responsabile del servizio di scorta e con il capo-scorta;
- si consente, a determinate condizioni, l’installazione di dispositivi bitonali di segnalazione acustica che emettano suono diverso per frequenza, intensità e ciclo da quello prodotto dai dispositivi in uso ai servizi di polizia, antincendio o di soccorso;
- sono stati meglio precisati i compiti degli ASA. La loro presenza è stata fortemente potenziata;
- è stata regolamentata nel dettaglio la materia dei mezzi e dispositivi di soccorso e di protezione, modulandone l’impiego in base al numero dei partecipanti alla manifestazione;
- si disciplina l’obbligo di moto-staffette per operazioni di supporto operativo;
- per le manifestazioni con molti concorrenti, è previsto anche l’impiego di un veicolo, avente il cartello “FINE MANIFESTAZIONE”.
– Quali soggetti hanno contribuito alla definizione del nuovo disciplinare?
“Il Ministero dell’Interno ha lavorato in stretta collaborazione con la Federazione Ciclistica Italiana a cui, oltre al parere tecnico sul provvedimento, è stato chiesto anche un concreto impegno per la sua attuazione. Significativo in termini di proposte normative è stato anche il contributo fornito dalla Commissione dei Direttori di Corsa della FCI.”
– Tra le premesse, si riafferma la centralità delle regole della Federazione Ciclistica Italiana, sia nell’organizzazione delle granfondo che nella formazione del personale.
“Si. La FCI ha un ruolo essenziale in termini di formazione del personale di scorta e degli ASA, come era stato già precisato dal CONI in occasione della precedente modifica del Disciplinare Tecnico delle Scorte.”
– Sempre nel decreto si fa riferimento, in via generale, alla necessità di aumentare la sicurezza e al contempo di modificare le disposizioni di carattere burocratico e gestionale dell’attività di abilitazione e relative all’adeguamento delle attrezzature dei veicoli e del personale di scorta.
“Sono state adottate misure di semplificazione burocratica: in particolare, è stato previsto che l’esame per le scorte tecniche si possa fare ovunque si desidera e non vi sia più il vincolo dell’Ufficio della Polizia Stradale competente per territorio, come era in passato. Per semplificare il rilascio delle abilitazioni a soggetti che, per attuali o pregresse esperienze professionali, hanno già maturato una competenza specifica, si è previsto che, a tali soggetti, l’abilitazione possa esse rilasciata senza esame. In tal modo appartenenti o ex appartenenti alle Forze di Polizia potranno più facilmente accedere al mondo delle scorte tecniche senza troppe formalità, dando un contribuito di esperienza significativo.”
– Un passaggio fondamentale ci sembra sia dedicato alla presenza delle autoambulanze. Cambia il numero necessario perché una gara possa prendere il via?
“La materia è stata già oggetto di interventi regolamentari da parte della Federazione Ciclistica Italiana. Le modifiche del Disciplinare Tecnico hanno previsto che per le manifestazioni con più di 500 concorrenti, il responsabile della scorta non possa iniziare la scorta né consentirne la continuazione se non è costantemente garantita la presenza al seguito della corsa di almeno 3 ambulanze o veicoli sanitari equiparati, di cui almeno una ambulanza attrezzata per la rianimazione. Il numero dei mezzi di soccorso è aumentato di una unità ogni duemila partecipanti oltre i primi mille. Tuttavia, in considerazione della predisposizione di piani sanitari correlati alla manifestazione, in base all’accordo approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome 13/9/CR8C/C7 (accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano per l’organizzazione e l’assistenza sanitaria negli eventi e nelle manifestazioni programmate), si è previsto che tale disposizione possa essere derogata se esistono i predetti piani che stabiliscono, più nel dettaglio ed in modo meglio articolato, il numero del mezzi di soccorso e dei sanitari che devono essere presenti durante la gara.”
– Maggiore attenzione alle barriere protettive. Anche in questo caso si richiamano le regole federali. Cosa accadeva fino ad oggi e cosa dovrà accadere in futuro?
“Da tempo era avvertita l’esigenza di disciplinare meglio il tema, molto importante per la sicurezza dei concorrenti, delle barriere protettive al traguardo, soprattutto per le gare che prevedono un consistente afflusso di pubblico ed un numero elevato di partecipanti. Il tema è caro anche alla Federazione Ciclistica Italiana che è già intervenuta con i regolamenti; per questo è stato inserito anche nel Disciplinare per le scorte come efficace di strumento di protezione passiva, alla stessa stregua di quella attiva rappresentata da personale di scorta ed ASA. Le barriere protettive costituiranno un efficace strumento anche per la sicurezza del pubblico, in linea con le recenti direttive del Ministro dell’Interno in materia di safety e security delle manifestazioni pubbliche.”
– Personale di assistenza agli incroci nel caso delle granfondo.
“La nuova disposizione prevede la presenza di un numero di ASA proporzionale ai concorrenti ed al tempo di chiusura della strada. Un’attenzione particolare è necessaria per le manifestazioni che vedono la partecipazione di oltre 1.000 concorrenti. In questi casi, si prevede che debba essere in ogni caso garantita la presenza di personale addetto ai servizi di segnalazione aggiuntiva per tutte le intersezioni ed i punti sensibili del percorso. Il presidio può essere escluso per le intersezioni con strade private o di ridotta importanza, aventi obbligo di precedenza rispetto alla strada percorsa dalla competizione ciclistica. Nelle rotatorie aventi grande diametro o particolarmente complesse devono essere presenti almeno 2 abilitati. Si tratta di un significativo incremento rispetto alle disposizioni previgenti che, tuttavia, consentirà di ottenere un importante risultato in termini di sicurezza del personale impegnato nella competizione. I frequenti incidenti stradali causati dall’ingresso di veicoli nel percorso di gara mostrano con evidenza l’importanza di tale previsione che serve a “sterilizzare” al meglio il percorso stesso, limitando al massimo la presenza di veicoli che, abusivamente, vi si immettono da strade laterali.
Per consentire agli ASA di operare a migliore protezione dei concorrenti, si è previsto che per le manifestazioni che prevedono la partecipazione di oltre tremila concorrenti o che impegnano un percorso di gara per più di sei ore, deve essere previsto anche l’impiego di un veicolo, avente le dotazioni e le caratteristiche degli altri veicoli di scorta con il cartello “FINE MANIFESTAZIONE” di dimensioni minime di 125×25 cm. Tale segnalazione, conformemente alle norme sportive della Federazione Ciclistica Italiana o delle corrispondenti norme internazionali, rende nota la conclusione ufficiale della manifestazione ed indica che, perciò, può essere rimossa ogni misura di presidio.”
– Cambiano le regole per la formazione delle moto staffette?
“Per le manifestazioni con molti concorrenti, oltre al personale abilitato di scorta, deve essere prevista anche la presenza di almeno 4 persone in possesso della specifica tessera di moto-staffettista rilasciata dalla Federazione Ciclistica Italiana, ovvero dell’equipollente titolo rilasciato da un Ente di promozione sportiva, aumentati di 2 unità ogni 300 concorrenti oltre i 300 concorrenti. Per le competizioni che prevedono la partecipazione di oltre mille concorrenti, in aggiunta ai soggetti indicati, deve essere, inoltre, garantita la presenza di un moto-staffettista ogni 300 concorrenti oltre i primi 1000 con un massimo di 35 moto-staffettisti. I moto-staffettisti hanno funzioni di supporto operativo e, quindi, di norma, non devono essere muniti di abilitazione all’esercizio dell’attività di scorta. Se non sono abilitati, tuttavia, possono essere incaricati a svolgere solo funzioni di segnalazione e supporto alla corsa o al personale abilitato con esclusione di qualsiasi funzione di regolazione o disciplina del traffico veicolare. Naturalmente, si prevede che i moto-staffettisti possono essere sostituiti da persone munite di abilitazione rilasciata per la scorta tecnica.”
– Si pone grande attenzione al differente ruolo del responsabile dei servizi scorta rispetto a quella del capo scorta.
“In conseguenza all’introduzione delle nuove previsioni relative alle grandi manifestazioni, è stata completamente ridisegnata, definendone meglio i compiti e il ruolo, la figura del responsabile dei servizi di scorta, tenendola ben distinta da quella, di nuova definizione, del capo-scorta, ai cui sono affidati compiti operativi di coordinamento del personale abilitato. Con questo nuovo assetto, potrà essere garantito il rispetto delle norme del disciplinare tecnico e di quelle sportive, ponendo quale figura di raccordo il Direttore di Corsa che assume la veste anche di responsabile del servizio di scorta. Sul piano pratico, la distinzione netta di figure e di responsabilità, potrà consentire, una volta partita la corsa, che il capo-scorta svolga solo il servizio di scorta mentre il responsabile dei servizi, con una visione più ampia, possa tenere monitorato l’integrità delle dotazioni di sicurezza richieste (ambulanze, assistenza sanitaria, transenne, ecc). Il responsabile del servizio di scorta, per esercitare le funzioni di coordinamento del servizio di scorta, può non essere abilitato ma deve sempre possedere idonea formazione certificata dalla FCI. In tal senso, la norma è ben coordinata con la recente previsione della Federazione Ciclistica Italiana, in accordo con gli Enti di promozione sportiva, secondo cui i Direttori di corsa, anche di gare non federali, devono essere comunque abilitati dalla Federazione stessa. Anche in questo settore, essenziale sarà l’azione formativa che dovrà essere svota dalla FCI.”
– Chi deve attenersi al nuovo disciplinare e cosa si rischia in caso di violazione dello stesso?
“Tenuti al rispetto delle nuove norme sono il responsabile della scorta e il capo-scorta. Quest’ultimo, come tutti i soggetti abilitati, in caso di violazione al disciplinare può essere punito con sanzioni amministrative previste dal Codice della Strada che, in caso di recidiva, possono portare anche alla sospensione dell’abilitazione. Naturalmente, la previsione di regole di comportamento ben precise, ha effetto anche sulla qualificazione e quantificazione della colpa nel caso di incidenti stradali che avvengono durante la manifestazione. In tali casi, il responsabile della scorta e il capo-scorta potranno essere chiamati a rispondere, per violazione delle norme, in sede civile, per il risarcimento del danno ed in sede penale per la conseguente responsabilità.”
Antonio Ungaro
(fonte: Federciclismo.it)