Yorkshire 2019: Mads Pedersen è campione del mondo. Matteo Trentin è medaglia d'argento
HARROGATE (GRAN BRETAGNA) – Il 23enne danese Mads Pedersen è il nuovo campione del mondo. Delusione per l’Italia che chiude con il secondo posto di Matteo Trentin, quando già si assaporava il gusto della medaglia d’oro, e il quarto di Gianni Moscon. Una corsa durissima, quasi massacrante su un percorso esigente e con un meteo, come previsto, infelice. È una vera e propria gara ad eliminazione e alla fine arrivano in tre a contendersi la maglia iridata in volata. Vince il giovane talento danese Pedersen, atleta della Trek-Segafredo, davanti al nostro Trentin, autore comunque di una prova maiuscola, ma questo argento è amaro, terzo e medaglia di bronzo lo svizzero Stefan Kung.
L’Italia di Davide Cassani, partita come outsider, confeziona una gara (quasi) perfetta e corona con l’argento di Matteo Trentin un edizione dei Mondiali di ciclismo su strada molto positiva per il ciclismo italiano. In una giornata da grande nord la Nazionale prende in mano le redini della corsa a circa 50 chilometri dalla conclusione, quando vanno in fuga Pedersen, Teunissen e Kung. Gianni Moscon capisce che si tratta di un attacco pericoloso e in breve si porta sui tre. Ai -30 arriva l’attacco di Mathieu Van der Poel, atteso come la pioggia oggi. Gli risponde Matteo Trentin, che lo marca stretto. I due si riportano sui fuggitivi. Inizia una corsa ad eliminazione, mentre il gruppo, tirato dai Belgi (perfettamente controllati da Colbrelli), pian piano perde pezzi e secondi. Il primo a cedere è Teunissen; poi, clamorosamente, Van der Poel.
L’Italia del ciclismo si rende conto che tutto volge a nostro favore. A 5 chilometri dalla conclusione è la volta di Moscon, che si lascia sfilare esausto dopo una prova coraggiosa e di grande sostanza. Nella volata a tre Matteo Trentin, sulla carta il più veloce, parte ai 200 metri. Kung esce di scena, mentre Pedersen dimostra di averne di più, supera l’azzurro di una bicicletta. È lui, 23 anni di Lejre, secondo al Fiandre dello scorso anno, il nuovo Campione del Mondo pro. Succede a Valverde, che oggi si è ritirato, come altri big, spossato dal freddo e dalla pioggia.
Matteo Trentin si presenta in sala stampa con in braccio il figlio e la tranquillità di chi ha fatto il possibile: “Abbiamo corso in condizioni estreme. Il freddo e la pioggia hanno fatto saltare molti protagonisti. Noi, come squadra, invece siamo stati presenti fino alla fine. Ho iniziato a pensare alla volata all’ultimo giro… Sono arrabbiato? Certo: sulla carta ero il più veloce. Ma sono anche consapevole che oggi Pedersen, al termine di questo Mondiale, ne aveva più di me. Mi ha battuto nettamente. Questo è lo sport. A volte si vince e a volte si perde. Domani è un altro giorno e si riparte. Mi dispiace per la squadra, per il grande lavoro di tutti. Ringrazio Gianni Moscon per quanto ha fatto in gara oggi e tutti gli azzurri, dal primo all’ultimo”. Gli chiedono se non è partito troppo presto, come sembra guardando la TV: “Sono partito ai 200 metri, che è la mia distanza, per la mia volata. Pedersen è stato più forte. Da questo punto di vista non ho nulla da rimproverarmi”.
La delusione ma anche orgoglio per Davide Cassani: “C’è delusione, è ovvio. Erano anni che non piangevo.. ma tutti gli Azzurri sono stati semplicemente fantastici. Abbiamo corso in modo impeccabile. Vedere che c’è un atleta che ci batte dispiace. Non è arrivato l’oro, ma torniamo sul podio del mondiale a distanza di anni.”
Riguardo alla volata, il tecnico azzurro precisa: “Matteo è partito davvero forte, non ha sottovalutato nessuno. Si stava giocando un Mondiale, sapeva che se Pedersen e Kung erano lì è perché ne avevano. Il danese evidentemente, al termine di questa durissima corsa, ne aveva di più. Sapevo di avere una squadra forte, coesa, decisa, cattiva. Arrivare secondi, brucia, però anche oggi si è confermato che gli azzurri, quando indossano questa maglia, danno sempre l’anima. Io sono davvero orgoglioso di loro”.
Gianni Moscon, bravo a rispondere, per primo, all’azione di Pedersen ed eroico a resistere quando la corsa è entrata nella fase decisiva: “È stata davvero una giornata brutale. Oggi abbiamo corso bene, abbiamo cercato di essere presenti in ogni azione pericolosa così come avevamo programmato in modo da permettere alla squadra di non tirare. Quando è partito Pedersen ho fatto di tutto per rientrare. Quando è arrivato Trentin sembrava fatta; ma le gare non sono mai fatte finché non si arriva. Ho speso un po’ di più per provare a tenere viva l’azione in modo da evitare che entrassero gli altri, sapendo che il nostro capitano era lì. È andata così… Ci siamo andati vicini, ogni anno più vicini, prima o poi la maglia iridata tornerà in Italia”.
Il Mondiale nello Yorkshire si conclude, per le Nazionali azzurre, con un bilancio positivo: 2 titoli mondiali vinti, cinque le medaglie complessive (2 ori, 2 argenti e 1 bronzo), il secondo posto nel ranking per Nazioni, il terzo nel medagliere, alle spalle di Usa e Olanda e il terzo posto nella Coppa delle Nazioni Juniores.
Il Presidente Renato Di Rocco, parte dalla gara appena conclusa per stilare anche un bilancio complessivo: “L’epilogo della corsa di oggi, con il titolo sfiorato da Matteo Trentin, non può cancellare gli aspetti positivi di questa giornata. Abbiamo apprezzato una Squadra azzurra che, pur non partendo favorita, ha preso in mano le redini della prova nei momenti decisivi. Devo fare ii complimenti per questo a Davide Cassani, che porta a casa un secondo posto mondiale dopo il titolo europeo di Viviani. Complimenti anche per lo spirito di appartenenza che è riuscito ad infondere ai corridori e che si è trasmesso anche agli azzurri in tutte le categorie. Il bilancio di questi Mondiali nello Yorkshire è sicuramente positivo. Abbiamo vinto due titoli e cinque medaglie con giovani che ci possono assicurare un grande futuro. Come nazione siamo secondi nel ranking complessivo e terzi nel medagliere, oltre al terzo posto nella Coppa delle Nazioni. Erano anni che non ottenevamo risultati così importanti. Il nostro movimento sportivo sta crescendo. Lo dimostrano i titoli di Tiberi e Battistella, l’argento di Martinelli tra gli juniores e il bronzo di Filippo Ganna nella cronometro Elite, medaglia che ha un peso specifico particolare per l’importanza della crono anche in chiave olimpica. E poi c’è l’argento di Matteo e soprattutto la bella dimostrazione di compattezza della nostra Nazionale. Con il tempo sono certo che leggeremo in modo positivo questa medaglia che per un attimo abbiamo pensato potesse essere qualcosa di più. Ringrazio tutti gli Atleti, i Tecnici delle Nazionali e i relativi staff che hanno permesso questo importante risultato”.
Media km/h: 40,54
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