Ci sono nella vita di ogni giorno momenti importanti, nello sport ci sono le imprese. Ci sono gesti tecnici e risultati che lasciano un segno incancellabile dal tempo: i famosi 13 passi di Edwin Moses; i 47 record di Serhij Bubka; il 9″57 nei 100 metri e il 19″26 nei 200 di Usain Bolt; il 4’00″957 del quartetto italiano nel 31 agosto ’96; le tre Roubaix di Francesco Moser (78-79-80); il Mondiale di Felice Gimondi del ’73 a Barcellona; i 140 km di fuga di Eddy Merckx al Tour del ’69; i 5 Tour consecutivi di Miguel Indurain; le 5 Liegi-Bastogne-Liegi e le 7 Sanremo di Merckx; le 4 Roubaix di Roger De Vlamink; la vittoria al Giro d’Italia a 21 anni e 8 mesi di Giuseppe Saronni; la mitica fuga di 185 km nella tappa Cuneo-Pinerolo di Fausto Coppi; il 3’51″269 del quartetto inglese ai Giochi Olimpici di Londra; il 2h01’39” nella maratona di Eliud Kipchoge; il 3’48”012 sui 4 km del quartetto australiano ai Mondiali del 2019; il record di 1h59’42” sempre di Kipchoge nella maratona di alcuni giorni fa; e oggi il record mondiale di Filippo Ganna sui 4 km di inseguimento individuale con 4’02”647.

Ma altri record verranno battuti, è lo sport; è la dimostrazione che non ci sono limiti per l’uomo.
Lo sport dona emozioni fortissime, momenti indimenticabili.

Sandro Callari