Un 2019 grandi numeri per le Nazionali italiane di ciclismo traccia la strada azzurra verso Tokyo
ROMA (RM) – Da Minsk ad Harrogate fino al Giro d’Onore 2019 di Modena: la strada azzurra è costellata di successi: due titoli mondiali, quattro titoli europei, un titolo “olimpico europeo” solo per citare i più rappresentativi. A pochi giorni dalla passerella di Modena (presso il Baluardo della Cittadella, ore 11,30) ripercorriamola insieme, partendo prima di tutto da alcuni dati statistici.
Imponente, come sempre, l’impegno delle Nazionali in questo settore: 151 gli atleti convocati in rappresentanza di 96 società, 39 le trasferte realizzate, 18 le medaglie conquistate. Non sono numeri banali e fotografano, da soli, l’importanza del ciclismo azzurro nel panorama internazionale. Per comprenderli meglio dobbiamo aggiungere quello del ranking: secondi nel ranking UCI e UEC, sia tra gli uomini che le donne. Abbiamo già staccato il biglietto per il massimo dei posti disponibili per Tokyo.
E allora ricordiamo i protagonisti di questa stagione, che verranno premiati martedì 19 novembre a Modena, e lo facciamo partendo dai più giovani, ovvero Igor Dario Belletta e Francesca Barale in luce agli EYOF di Baku, grazie ai 3 argenti vinti tra crono e prova in linea.
JUNIORES – Rino De Candido, tecnico di categorie, può andare fiero della stagione appena conclusa. Andrea Piccolo e Antonio Tiberi hanno vinto rispettivamente Europei e Mondiali crono: mai successo prima nello stesso anno, ed erano 23 anni che un italiano non vestisse la maglia iridata nella crono di categoria. A questi risultati vanno aggiunti poi il bronzo dello stesso Piccolo nella prova in linea agli Europei e l’argento di Alessio Martinelli ai Mondiali. Ottime le prestazioni anche in Coppa delle Nazioni che la Nazionale ha chiuso al terzo posto.
UNDER 23 – Ancora più soddisfatto Marino Amadori che in questa stagione porta a casa un bis nelle prove in linea che ha pochi precedenti nella storia degli U23: Europei (Alberto Dainese) e Mondiali (Samuele Battistella). Una impressionante dimostrazione di forza, regalata non da un solo atleta, ma da un gruppo di ragazzi che dimostrano quanto bene si sia seminato in questi anni. È che contrasta in modo netto con i 17 anni di digiuno che la maglia iridata di Battistella ha interrotto in un piovoso pomeriggio inglese. È come se improvvisamente tutto il lavoro di semina e preparazione, l’impegno dello staff azzurro nel cercare colmare il gap con gli altri paesi, avesse trovato improvvisamente compimento in un’esplosione di risultati, che hanno permesso anche di cogliere la seconda piazza nella Coppa delle Nazioni 2019.
CRONOMETRO ELITE – Un altro elemento tecnico emerso con forza in questa stagione riguarda la presenza di un élite italiano sui podi delle crono continentali e mondiale. Così salutiamo la piena maturazione di Edoardo Affini e Filippo Ganna (nella foto), rispettivamente terzi ai Campionati Europei crono di Alkmaar e ai Mondiali di Harrogate (piazzamento questo che ci regala anche un posto alle prossime olimpiadi).
“Edoardo e Filippo – ha ricordato in più occasioni il Coordinatore delle Nazionali Davide Cassani – hanno iniziato la loro carriera in Azzurro ai Mondiali di Firenze da juniores proprio nella crono. Poi si sono ritrovati a Ponferrada, l’anno successivo, nella mia prima esperienza da Tecnico delle Nazionali…” . In questi eventi c’era anche un giovanissimo Davide Martinelli, che quest’anno ad Alkmaar ha contributo alla medaglia di bronzo nella disciplina esordiente del Team Realy insieme allo stesso Affini e Manuele Boaro. Tutti loro sono, da questo punto di vista, l’esempio concreto di cosa significhi programmazione e gestione delle risorse umane.
DONNE – Ed a proposito di talenti, a Modena sarà premiato uno dei più cristallini degli ultimi anni. Ci riferiamo a Letizia Paternoster, che oltre ad aver spadroneggiato in pista, ha vinto con una volata imperiosa (e grazie ad un gran gioco di squadra) il titolo continentale ad Alkmaar. Lei, Elena Cecchini, argento europeo, Elena Pirrore, bronzo continentale nella crono, Elisa Longo Borghini, Silvia Valsecchi e Vittoria Guazzini, bronzo continentale nel Team Relay, rappresentano la risposta più convincente allo strapotere olandese.
PROFESSIONISTI – Hanno già confermato la loro presenza a Modena Elia Viviani, Matteo Trentin, Davide Ballerini e Davide Formolo.
Quella del veronese è stata un’altra stagione da incorniciare. Oltre l’oro continentale su pista nell’Eliminazione mette il sigillo su 11 vittorie su strada, compreso l’Europeo di Alkmaar, vinto senza aspettare la volata di gruppo.
Nello Yorkshire a regalare lacrime e sorrisi è stato Matteo Trentin: una medaglia d’argento amara ma che racconta la storia di un capitano al quale il CT Cassani ha affidato le speranze azzurre, e che ha risposto sul campo come solo i grandi sanno fare.
A Giochi Olimpici Europei di Minsk, Davide Ballerini ha metaforicamente aperto la stagione dei successi con una vittoria che ha sempre un sapore diverso, perché giunta nel segno dei cinque cerchi olimpici.
Passerella meritata anche per il campione italiano Davide Formolo, Diego Ulissi, Vincenzo Nibali, Alberto Bettiol (indimenticabile il suo Fiandre, che ci fa tornare protagonisti anche nelle classiche del Nord), Sonny Colbrelli, Giovanni Visconti. Grazie alle loro imprese siamo, come ricordato all’inizio, secondi nella Classifica internazionale per Nazioni e guardiamo a Tokyo con maggiore ottimismo.
Non tutti potranno essere presenti al Giro d’Onore 2019. A loro, in qualsiasi caso, va il ringraziamento da parte di tutti gli appassionati di ciclismo e l’augurio di una nuova stagione, la prossima, altrettanto ricca di soddisfazioni e successi.