ROMA (RM) – Lo scorso 3 marzo, con il Comunicato N. 2 del 3 marzo 2020 la Corte Sportiva d’Appello della FCI ha emesso una sentenza che fa un primo passo verso la chiarezza in merito alla questione della caduta in corsa che lo scorso 5 ottobre ha causato la morte di Giovanni Iannelli a Molino dei Torti (Alessandria).

La squadra per cui correva il dilettante toscano, il Team Hato Green Tea Beer, con l’appoggio della famiglia, aveva avanzato ricorso è la pronuncia della Corte dice: “Le transenne erano inferiori al minimo previsto”. La squadra aveva fin da subito impugnato il provvedimento di omologazione dal parte del Giudice sportivo della Federciclismo Piemonte: da quel momento gli organismi federali di giustizia hanno esaminato il caso e la Corte d’Appello, il 15 febbraio, si era riservata di decidere entro 20 giorni, dopo il deposito delle memorie e delle repliche, anche degli organizzatori della gara, 87° Circuito Molinese.

Nel comunicato finale la Corte specifica che “prima delle linea di arrivo erano state collocate non più di 26 transenne sul lato sinistro e non più di 24 su quello destro, e dopo il traguardo 6 a sinistra e 7 a destra”. Da questi accertamenti risulta che “il tratto transennato era di 126 metri, ben inferiore ai 300 previsti dai regolamenti. Questa infrazione – si legge nella nota –  è provata, anche se non accertata il giorno della gara e, di conseguenza, non sanzionata in sede di omologazione della gara da parte del Giudice sportivo, che si è pronunciato, e non poteva fare altrimenti, sulla base di atti e documenti in suo possesso”.

La Corte ha rilevato altre carenze in zona d’arrivo: “Sul lato sinistro della strada, a poca distanza dalla transennatura, ci sono ostacoli, in particolare un palo segnaletico di parcheggio e un pilastro in muratura di sostegno ad un cancello, che interrompono la banchina e la occupano pressoché per l’intera sua ampiezza, e rappresentano un pericolo oggettivo per la sicurezza degli atleti, perché non sono state previste né transennatura, né altre protezioni”.

La Corte sottolinea anche che “la società organizzatrice non si è conformata alle autorizzazioni amministrative prescitte  della Provincia”.

La Cortesportiva d’Appello non è competente, però, a pronunciarsi  sul sinistro in cui Giovanni Iannelli ha perso la vita. Può solo comminare sanzioni agli organizzatori, complessivamente 430 euro, e trasmettere, come ha fatto, il fascicolo alla Procura Federale per le valutazioni che le sono riservate e per l’eventuale seguito di competenza.