A Verona la BMX riparte in sicurezza con gli olimpici. Turni e procedure, un test significativo per tutti
VERONA (VR) – Il 5 maggio è ripartita l’attività del Bmx. Sulla pista di Verona, infatti, si sono ritrovati 5 atleti tra Juniores e U23 di interesse nazionale per un primo “assaggio” dell’attività in tempo di pandemia.
“In ottemperanza al DPCM del 26 aprile – ci racconta Paolo Fantoni, consigliere federale e dirigente Team BMX Verona – abbiamo aperto l’impianto agli atleti impegnati nella preparazione per la qualificazione olimpica. In questa prima settimana solo con quelli del Team BMX Verona, dalla prossima arriveranno anche gli altri atleti di interesse nazionale”.
L’apertura ha anche lo scopo di valutare la fattibilità di un protocollo di allenamento per il BMX già elaborato e per il momento al vaglio del CONI.
“Ci prendiamo questa settimana per mettere a punto tutti gli accorgimenti ideati anche sula base dell’elaborato del Politecnico di Torino. I nostri atleti prima di riprendere sono stati sottoposti ad una visita del medico di società, per valutarne la condizione. Non è previsto l’utilizzo degli spogliatoi. Gli atleti arrivano pronti per l’allenamento. Hanno una loro postazione, isolata rispetto alle altre, dove poter riposare e recuperare. Gli allenamenti sono stati realizzati tutti singolarmente. L’accesso ai bagni è solo in casi eccezionali (controllati da personale specifico) e una volta utilizzati vengono igienizzati. Alla fine dell’allenamento si lascia l’impianto senza sostare. Logicamente sono chiusi bar e servizi al pubblico.”
Queste regole saranno la base anche per l’apertura degli impianti anche alle altre categorie agonistiche, non solo agli atleti di interesse nazionale. Paolo Fantoni ci spiega come è stata programmata l’apertura.
“Il primo passo è stato quello di sensibilizzare tutti i nostri atleti riguardo il problema Covid-19, la necessità di mantenere il distanziamento sociale e di assumere atteggiamenti responsabili. Abbiamo programmato una riapertura che prevede l’ingresso per gruppi massimo di 8 atleti e un allenatore. All’ingresso ognuno rilascerà un’autocertificazione nella quale dichiara di non essere stato male nei giorni precedenti e di non essere stato in contatto con casi di positività. Misureremo la temperatura ad ogni ingresso. Terremo un registro degli ingressi ed ogni gruppo sarà composto dalle stesse persone. Questo faciliterà il tracciamento in caso di una positività.
Come detto, all’interno dell’impianto ogni atleta avrà una sua postazione isolata rispetto agli altri. Non è previsto al momento l’utilizzo delle docce; i bagni solo in caso di estrema necessità. Saranno presidiati da personale specifico, che provvederà anche all’igienizzazione una volta utilizzati.
Gli allenamenti termineranno un quarto d’ora prima, per permettere al tecnico di sanificare tutte le postazioni. Dopo un quarto d’ora, senza quindi che si possano incrociare gli atleti che escono e quelli che entrano, partirà l’allenamento del gruppo successivo. Per questo motivo, già da ora, abbiamo sensibilizzato tutti gli atleti sulla puntualità. Chi non sarà presente, all’ora prevista, salterà il turno di allenamento”.
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Logicamente gli allenamenti avverranno a porte chiuse e in forma individuale, garantendo la distanza di sicurezza richiesta.
Con Fantoni abbiamo provato anche a ragionare oltre i singoli allenamenti e gettare uno sguardo su quelle che potrebbero essere le gare di BMX in questo periodo.
“È ancora presto per poter immaginare un ritorno alle gare. Sono convinto che la nostra specialità abbia alcuni elementi oggettivi che potrebbero facilitare la ripartenza dei calendari. Intanto voglio ricordare che esiste anche la specialità TIME TRIAL (ovvero la prova singola, conta il riscontro cronometrico). Questo potrebbe essere la formula per le prime gare. Inoltre la durata della gara è di 40-50”, insomma un tempo molto breve. Stiamo ragionando su protezioni per occhi e bocca in grado di limitare i rischi ma dobbiamo tenere presente che già i nostri piloti corrono con caschi integrali o semi integrali che si possono opportunamente riadattate.
Dovremo stare attenti a tenere ben distanti gli atleti tra loro in fase di pre gara e soprattutto dal pubblico, impedendone l’accesso al paddock. Insomma sono convinto che con opportune accortezze si possa ripartire anche con i calendari. Sempre che le condizioni generali del Paese lo permettano.”
L’occasione è utile anche per parlare di calendari. L’Italia avrebbe dovuto aprire la stagione della Coppa Europa, proprio a Verona, a fine marzo.
“Le due prove di Coppa Europa non le abbiamo annullate, ma per il momento solo spostate a settembre, fatto salvo logicamente le indicazioni dell’UCI. Per poter ridisegnare i calendari nazionali e regionali, infatti, siamo in attesa di vedere quello internazionale che ci auguriamo venga reso noto a breve. A quel punto potremo stilare un nuovo calendario nazionale. Mi auguro, per esempio, che si possa confermare il Campionato Italiano proposta ad ottobre. Ci rendiamo conto che l’emergenza non è ancora finita e che potrebbe durare ancora, ma noi vogliamo essere ottimisti e guardiamo al futuro positivamente.
La riapertura dell’impianto di Verona mi auguro possa rappresentare un incoraggiamento per tutti gli atleti che non vedono l’ora di tornare a fare sport. È una necessità per tutti e una grande iniezione di fiducia”.
(fonte: Federciclismo.it)