ROMA (RM) – Ieri sera all’età di 77 anni ci ha lasciato Claudio Ferretti. Giornalista apprezzato e voce gentile anche del ciclismo. È stato uno degli uomini Rai più apprezzati, per la sua competenza e professionalità. Figlio d’arte, il padre era Mario Ferretti, entrato nella storia del giornalismo il 10 giugno 1949, aprendo la cronaca radiofonica della tappa Cuneo-Pinerolo, pronunciando la famosa frase «Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi».

Amico del ciclismo, Claudio si era occupato di numerosi altri sport. Entrò in Rai nel 1968, quando superò il concorso per tele-radiocronisti che lo portò nella storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”. Ferretti era la terza voce, dopo Enrico Ameri e Sandro Ciotti. Oltre al calcio, come inviato seguì l’atletica, il pugilato (sua la radiocronaca del primo match tra Benvenuti e Monzon) e in particolare il ciclismo (famoso il suo racconto dalla motocicletta della sfida tra Bertoglio e Galdos, sullo Stelvio, durante l’ultima tappa del Giro d’Italia del 1975, che i Têtes de Bois adotteranno come colonna sonora dello spettacolo musicale I riciclisti).

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Nel 1988, passò alla televisione, diventando conduttore della principale edizione del TG 3 nazionale e successivamente di programmi quali È quasi goal (con Sandro Ciotti), Anni azzurri, Telesogni e L’una italiana, dei quali fu anche curatore. Nel 1993 fu a capo della redazione sportiva del TG3; poi di quella culturale. Dal 1998 al 2000, al Giro d’Italia condusse Il processo alla tappa, prima edizione moderna della trasmissione inventata da Sergio Zavoli.