Fabrizio Bontempi, la pensione apre la strada a nuovi sogni: “Vorrei creare un nuovo team”
RODENGO SAIANO (BS) – Fabrizio Bontempi, bresciano classe 1966, dieci stagioni da ciclista professionista tra il 1989 e il 1998 e un ventennio alle spalle come direttore sportivo e dirigente di importanti formazioni professionistiche, dall’inizio di questo 2021 ha raggiunto la pensione.
“Il mio percorso da dirigente è stato a lungo legato alle squadre del gruppo in cui era general manager Giuseppe Saronni. Siamo stati compagni di squadra ai tempi delle corse e poi è nato un profondo rapporto di amicizia che ci ha legato anche lavorativamente negli ultimi decenni e con i suoi team ho avuto grandi responsabilità e ho maturato importanti esperienze ai massimi livelli del ciclismo professionistico”, racconta Bontempi.
Una vita, quella di Fabrizio Bontempi, imperniata sul ciclismo. Prima 26 anni da atleta. Ha iniziato giovanissimo a correre in bicicletta, ha fatto tutta la trafila giovanile, da dilettante ha ottenuto numerose vittorie ed è stato azzurro ai Mondiali di Villach 1987, ai Giochi del Mediterraneo di Latakia 1987, dove ha conquistato la medaglia di bronzo, e alle Olimpiadi di Seoul 1988 e poi per 10 anni è stato un ciclista professionista con 4 successi nel suo palmares e numerose partecipazioni al Giro d’Italia e alla Vuelta a Espana.
Sceso di sella, è diventato direttore sportivo. La prima esperienza è stata nell’allora emergente MTB, infatti lo chiamò il presidente Felice Gimondi alla Bianchi Martini Racing nel 1999. Nel 2000 iniziò la sua esperienza da tecnico anche su strada grazie anche alla chiamata di Giosué Zenoni: prima tre stagioni tra Vini Caldirola e Tacconi Sport, poi, dal 2003, la lunga avventura al fianco di Saronni con la Lampre della famiglia Galbusera.
“Gli anni in Lampre sono stati i migliori da ogni punto di vista – ricorda Bontempi –, alla squadra non mancava mai nulla e le risorse economiche ed umane sono state sempre sfruttate al massimo. La famiglia Galbusera era molto presente nelle dinamiche e nella vita della squadra, ci teneva molto al team e lo faceva sentire ogni giorno. Negli anni questo rapporto anche umano nel mondo del ciclismo professionistico purtroppo si è un po’ perso”.
Dal punto di vista sportivo sono state numerose le soddisfazioni e i momenti davvero molto belli in tutti questi anni. “La più grande soddisfazione? Sicuramente il Campionato del Mondo di Varese 2008 con la vittoria di Ballan e il secondo posto di Cunego, entrambi uomini Lampre. Poi, prima ancora, ricordo anche il Mondiale di Vainsteins nel 2000 a Plouay. Ecco Vainsteins è stato uno dei corridori più forti che ho diretto per le Classiche del Nord, anche se per il suo carattere particolare è stato un atleta non sempre semplice da gestire. Così in ordine sparso, mi vengono in mente anche Cunego, Simoni, Francesco Casagrande Petacchi, Scarponi, Bennati, Pozzato, Bortolami, tutti corridori di spessore che mi hanno regalato grandi emozioni e soddisfazioni lungo la mia carriera di direttore sportivo”.
C’è un piccolo merito anche dietro l’ultima grande vittoria, quella al Tour de France 2020 con il giovanissimo Tadej Pogacar. “Sì, con un pizzico di orgoglio mi prendo il merito, negli ultimi anni, grazie alle segnalazioni ricevute, di aver suggerito alle squadre in cui lavoravo promettenti giovani sloveni come Spilak, Bole, Polanc e ultimo proprio Pogacar”.
Negli ultimi sette anni, prima in Lampre e poi con la nuova esperienza con UAE Team Emirates, Bontempi aveva abbandonato il lavoro in ammiraglia e si era seduto dietro la scrivania. Un lavoro sì diverso, ma che gli ha regalato comunque tante soddisfazioni e una grande esperienza. Ma negli ultimi mesi, come anticipato, qualcosa si era rotto.
“Dopo l’uscita di scena di Saronni, che ha ceduto la società, con le nuove persone che sono subentrate a gestire il team per conto della proprietà emiratina, lavorativamente parlando non c’è mai stato un grande feeling e questo mi ha spinto a fare una scelta importante, approfittando anche della finestra per il pensionamento che mi si era aperta per l’inizio di questo anno dopo stagioni ricche di soddisfazioni sportive e lavorative”.
Ma chi conosce Fabrizio Bontempi, conosce bene la sua verve, la sua dinamicità, la sua voglia di fare. E siamo sicuri che non starà con le mani in mano.
E, infatti, ci conferma: “Il ciclismo è la mia grande passione ed è stato sempre presente nella mia vita e anche alla fine di questa esperienza vorrei continuare a restare in questo mondo. Vorrei ripartire dall’esperienza maturata in tutti questi anni e realizzare un sogno che da tempo avevo nel cassetto e creare qualcosa di mio”.
Già dal 2006, con amici di lunga data, Fabrizio Bontempi ha creato la società Progetto Ciclismo Rodengo Saiano per far crescere giovani ciclisti delle categorie Giovanissimi, Esordienti e Allievi. Ma per il futuro c’è la volontà di provare a realizzare un altro sogno. “Mi sento un po’ come i ragazzi quando finiscono l’università e devono decidere cosa fare. Battute a parte – prosegue Bontempi –, credo di avere la maturità e la tranquillità per scegliere quale sarà il mio futuro. Ho maturato tutte le esperienze all’interno di un team e, forse, questo è il momento giusto per provare a metterle a frutto e costruire qualcosa di nuovo per i giovani. Mi ha fatto piacere ricevere fin da subito delle proposte di collaborazione da team già esistenti per il 2021, che valuterò sicuramente, anche se il mio sogno, come detto, sarà di riuscire un giorno a costruire un mio team per valorizzare quei ragazzi, che abitualmente vedo crescere tutte le domeniche nelle categorie giovanili, anche dopo la categoria Juniores”.
Un progetto ambizioso. “Mi piacerebbe trovare le risorse per costruire un progetto di prospettiva con una progettualità di almeno tre anni a partire dal 2022. Per ora è solo un sogno, ma qualcuno mi ha già dimostrato il suo interesse e speriamo che questo desiderio possa prendere forma grazie al sostegno di tante persone e nuovi sponsor per fare insieme qualcosa di importante per i nostri ragazzi”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)