Abbiamo parlato con Elia Viviani dopo il doppio successo all’AIR: “Ora voglio rivincere le Olimpiadi”
COMACCHIO (FE) – Due vittorie in tre giorni, due vittorie che segnano probabilmente una svolta ad una stagione fin qui non troppo fortunata. Elia Viviani è felice dopo il secondo successo di tappa all’Adriatica Ionica Race, ha ritrovato lo spunto veloce dei tempi migliori e guarda con fiducia verso le Olimpiadi di Tokyo dove proverà a confermare il titolo olimpico dell’Omnium conquistato a Rio2016.
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La ruota è girata? “Quando vinci due gare e una volata al fotofinish come oggi vuol dire che la ruota è davvero girata e la condizione è buona”.
Cosa è cambiato in questi giorni? “Ma penso semplicemente che tornare in pista e con il gruppo della pista mi ha dato morale. Poi storicamente dopo un Grande Giro sono sempre andato forte e così è successo anche quest’anno. Dopo il Giro d’Italia con la mia squadra, la Cofidis, ho recuperato bene e mi sto preparando con dovizia per la pista con la Nazionale, con lavori mirati che mi hanno ridato quello spunto più veloce che puoi ritrovare solo in pista”.
Prossimi impegni, un po’ di strada e tanta pista… “Su strada parteciperò alla Settimana Ciclistica Italiana in Sardegna, sempre con la Nazionale, ma la concentrazione sarà tutta per la pista. Già da domani sarò di nuovo in allenamento al velodromo. Anche la Sei Giorni di Fiorenzuola sarà solo un completamento della condizione. Alla mattina ci alleneremo a Montichiari e poi il pomeriggio andremo a gareggiare”.
Per Elia Viviani l’unico grande obbiettivo, ora, sono le Olimpiadi di Tokyo che affronta con una consapevolezza differente, rispetto a cinque anni fa, e da portabandiera azzurra. “La notizia di essere il portabandiera dell’Italia fa già partire bene le mie Olimpiadi. Certo è qualcosa che ha fatto aumentare gli impegni istituzionali, ma lo si fa volentieri e so che questa è una soddisfazione che mi porterò dietro per sempre. Non devo però perdere il focus sulla competizione perché il mio primario obbiettivo e provare a rivincere l’olimpiade. Sicuramente ci arrivo con una consapevolezza diversa rispetto a Rio, sono molto più maturo e in questi cinque anni sono cresciuto ancora e ho ottenuto vittorie importanti anche su strada. L’importante sarà avere le gambe, perché senza di quelle non si vincono le Olimpiadi”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)