Il Giro delle Fiandre del ds Davide Arzeni: “Un mix di amaro in bocca e consapevolezza”
BOTTANUCO (BG) – Sono mancati pochi metri a Silvia Persico per centrare anche al Giro delle Fiandre un piazzamento tra le migliori dieci, con l’atleta della Valcar – Travel & Service che si è dovuta accontentare dell’undicesima posizione.
Ma a lasciare l’amaro in bocca alle ragazze dirette da Davide Arzeni sono stati gli ultimi trenta chilometri della classica belga, durante i quali è sfumata la possibilità di centrare un risultato migliore.
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«Sapevamo che nell’ultima ora di gara poteva succedere di tutto e, quando la corsa è esplosa, eravamo nel posto giusto con Persico, Consonni, Gasparrini e Olivia Baril, promotrice della fuga», conferma il direttore sportivo della Valcar – Travel & Service. «Pensavo e speravo di poter ottenere un risultato migliore, purtroppo per varie ragioni non siamo stati in grado di finalizzare».
Sui social Silvia Persico non ha nascosto la sua delusione.
«Silvia stava molto bene; i dati del cardiofrequenzimetro confermano che non ha mai fatto un fuorigiri. Purtroppo è stata frenata da un problema meccanico: per un colpo subito durante la gara non riusciva a cambiare come voleva. E, dopo il Koppenberg, è stato impossibile raggiungerla con l’ammiraglia e provvedere al cambio di bicicletta».
Cosa puoi dirci delle altre ragazze?
«Il Giro delle Fiandre si gioca sui dettagli. Prendere un settore di pavé in decima o in ventesima posizione può fare tutta la differenza del mondo. E noi in qualche frangente abbiamo commesso piccoli errori che ci sono costati cari».
Quattro atlete nel gruppo buono però non sono male in una gara come il Fiandre…
«Conosco le mie ragazze, so quanto valgono ed ero certo che avremmo potuto fare bene questa stagione. Non sono sorpreso dei risultati ottenuti finora e sono sicuro che ne arriveranno altri. Già a partire da mercoledì, giorno del Scheldeprijs».
Che corsa sarà quella di Schoten?
«Insidiosa. Non facciamoci ingannare dall’altimetria piatta; il vento la renderà imprevedibile. Dovremo stare in campana per tutti i 138 km se vorremo vincere. Perché questo è il nostro obiettivo: dopo questo Fiandre dal retrogusto amaro, non firmo per il secondo posto».