Cristina Leonetti: mamma, lavoratrice e DS donna. In ammiraglia per vincere i pregiudizi
BUSTO ARSIZIO (VA) – In un mondo del ciclismo ancora fortemente dominato da figure maschili nel ruolo di direttore sportivo, da diversi anni una donna si sta facendo largo alla guida di giovani ciclisti maschi dimostrando grande competenza e professionalità, supportate anche dai risultati sportivi e non solo.
Decisa, determinata, preparata. Cristina Leonetti ormai da diverse stagioni è il direttore sportivo della squadra Allievi della Uc Bustese Olonia che, da diversi anni, si distingue come una delle formazioni più competitive a livello nazionale.
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Ma per una donna farsi largo in questo mondo non è cosa facile. “Sicuramente quello del ciclismo è un mondo ancora molto maschilista. Negli anni ci sono stati anche degli episodi sgradevoli perché alcune persone ancora non concepiscono che una donna possa fare il direttore sportivo. Ma io ho le spalle larghe, credo in quello che faccio e penso che i fatti mi stiano dando ragione. Da parte mia c’è anche un impegno per il futuro, per fare in modo che le giovani ragazze possano decidere di fare i direttori sportivi senza problemi e che possano essere accettate senza i pregiudizi con cui spesso ho dovuto convivere io negli anni”.
Prima che direttore sportivo Cristina è stata anche un’atleta. “La mia carriera è però cominciata molto tardi – ammette la piemontese –, praticamente da Elite, come indipendente. All’epoca avrei potuto firmare un contratto con la squadra Colnago, ma era appena nata mia figlia Giulia e ho preferito dedicarmi alla famiglia e continuare la mia carriera in bicicletta a livello amatoriale. Poi, con la crescita di mia figlia, quella passione l’ho spostata sui giovani ed ho iniziato ad allenare lei e altri ragazzi prima Esordienti e poi Allievi”. Cristina Leonetti, infatti, è mamma di Giulia Luciani atleta Elite in forza alla Born to Win.
Una carriera da direttore sportivo iniziata nel 2010 con la Pol. Nuovi Orizzonti nella sua provincia di Novara e poi proseguita alla Uc Bustese Olonia quando decise di seguire ancora il percorso di Manuel Oioli e altri promettenti ragazzi che erano cresciuti con lei e che dalla categoria Allievi erano approdati alla storica società varesina del presidente Alessandro Cardi.
“Una società di antica data, organizzata, seria e che mi ha permesso di crescere. Personalmente seguo la categoria degli Allievi ed è una categoria che mi piace molto. I ragazzi vanno seguiti non solo dal punto di vista atletico e sportivo, ma anche psicologico e la loro è un’età molto delicata. Sto preparando la tesi proprio su questo aspetto della mia esperienza sul campo. Nel percorso di crescita personale un giorno mi piacerebbe poi seguire anche la categoria Juniores”.
E da donna, di fare il direttore sportivo in una squadra di donne non ci ha mai pensato? “Mi piacerebbe, certo. Ma sono consapevole che è un mondo completamento diverso. Richiede una preparazione differente e anche a livello psicologico seguire le ragazze è molto più complicato. Credo che sarebbe più difficile, ma sarebbe una bella sfida”.
Oggi è un pilastro dell’Uc Bustese Olonia, ma anche in questo caso, forse, all’inizio si è dovuta conquistare la credibilità. “Penso che un po’ di diffidenza ci sia stata, sei anni fa, all’inizio di questo rapporto. Ma la Bustese ha voluto fare questa scommessa sulla mia persona. Credo di aver dimostrato il mio valore con quello che sono riuscita a fare con i ragazzi in questi anni e lavorando sodo sono riuscita a costruire un bel gruppo ed un anno siamo anche stati premiati da BICITV come miglior squadra d’Italia. Ora mi sento molto supportata dalla società – ammette Cristina – e soprattutto dal presidente Cardi che ha grande fiducia in me”.
Nel frattempo, non tralascia nemmeno lo studio. “Frequento l’università online ed il prossimo anno conseguirò la laurea in Scienze Motorie”, dell’argomento della sua tesi ha già accennato. Poi la mattina lavora in uno studio commercialista e segue la preparazione atletica della figlia e di altri atleti.
Ma la sua vera ispirazione sono i ragazzi. Seguendo i giovani oltre che allenatori il ruolo è soprattutto quello di educatori. “Il mio obiettivo è quello di trasmettere la passione per questo sport. Personalmente con i miei ragazzi punto molto sul rispetto reciproco, sul concetto di squadra e di gruppo e sul rispetto dell’avversario. Devono imparare a correre non solo per sé stessi, ma anche per il compagno e fare gruppo e credo che i risultati li stiamo ottenendo”.
A proposito di risultati, anche sportivi, come sta andando la stagione della vostra squadra? “Non siamo ancora riusciti a vincere, ma i ragazzi ci sono e corrono molto bene, sono attenti e si aiutano reciprocamente. Diciamo che rispetto allo scorso anno non abbiamo più un paio di elementi che ci avevano portato un bel bottino di vittorie, ma stiamo crescendo e stiamo seminando per il futuro. Soprattutto con i ragazzi del primo anno stiamo lavorando bene, li vedo crescere gara dopo gara e sono sicura che presto i risultati arriveranno. Sono felice perché vedo tutti i ragazzi del team impegnarsi e lavorare bene”.
E il rapporto che ha istaurato con i ragazzi come è? “Bellissimo. Ecco se prima ho detto che negli anni ho sentito dagli adulti molti pregiudizi e diffidenza nei miei confronti, questo non l’ho mai percepito dai ragazzi. In tanti anni non ho mai avuto la sensazione che i ragazzi avessero diffidenza nei miei confronti in quanto donna”.
Da oltre un decennio fa il direttore sportivo. Si sente di dare un consiglio a una giovane ragazza che oggi vorrebbe intraprendere questo ruolo? “Consiglio innanzitutto di farsi rispettare, come sto cercando di fare io. Non sono mancati i momenti difficili e di sconforto, ma consiglio di non abbattersi, di andare oltre le offese spesso gratuite e sono sicura che nei prossimi anni vedremo sempre più diesse donne perché sento che le cose stanno cambiando in meglio. È giusto aprire la strada a ragazzi e ragazze giovani che hanno molto da dare al nostro sport”.
E invece, per concludere, per il futuro di Cristina Leonetti c’è un sogno nel cassetto? “Mi piacerebbe un giorno riuscire a fare il direttore sportivo a tempo pieno. Farlo diventare il mio unico lavoro e magari aver dimostrato di avere le capacità per seguire squadre anche di livello maggiore. È un sogno, ma chissà”.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)