MONZA (MB) – Ci sono persone che quando parlano di sé stesse si riempiono di (troppi) elogi. E poi ci sono persone umili e competenti come Flavio Valsecchi, meccanico del Team BikeExchange-Jayco femminile, che invece parlano con i fatti. E di fatti da raccontare ce ne sono tanti. Da cinque anni è nel mondo del ciclismo femminile con un trascorso alla Valcar e WNT, da tre anni invece mette la sua competenza tecnica al servizio del Team BikeExchange-Jayco femminile; il tutto in un crescendo di professionalità e di responsabilità che lo hanno portato ad essere presente anche nelle gare maschili del medesimo team. Lo abbiamo incontrato per avere un punto di vista privilegiato sullo stato attuale del ciclismo femminile.

749 amici si sono già iscritti al canale Telegram BICITV.
Per ricevere aggiornamenti in tempo reale sul mondo del ciclismo, unisciti a loro cliccando qui.

Flavio, quanto è stato importante essere presente come meccanico della squadra maschile del Team BikeExchange-Jayco con la doppia vittoria di tappa di Simon Yates?

“Un’esperienza di crescita importante. Non è la prima volta che seguo come meccanico anche le corse degli uomini e c’è sempre da imparare. In questo caso ho potuto vedere da vicino il lavoro di bravi cronomen come Simon Yates e Matteo Sobrero. Confesso che essere stato al fianco di Yates in una gara in preparazione del Giro d’Italia come la Vuelta Asturias mi ha dato tanta soddisfazione.”

E immagino ti dia soddisfazione anche il tuo nuovo ruolo di responsabile dei meccanici al Team BikeExvchange-Jayco femminile.

“Sì, è un ruolo che mi dà tanta soddisfazione, ma anche tanta responsabilità. C’è una pressione positiva che ti spinge ad eccellere e a dare al massimo. Il lavoro va organizzato nei dettagli, va gestito il magazzino con molta attenzione e bisogna lavorare sulla programmazione.”

Quanto si è evoluta la tecnologia applicata alle bici?

“Questo è un mondo in continua evoluzione. Il segreto è rimanere umili e imparare sempre. Le novità degli ultimi anni sono state l’introduzione del tubeless con pressioni più basse e copertoni più larghi, ma – davvero – questa è soltanto una delle tantissime cose che sono cambiate.”

Di certo, è cambiato completamente il ciclismo femminile.

“Senza dubbio. C’è molta più organizzazione. I team hanno molte più persone in organico, ci sono più mezzi, più motorhome e le squadre sono organizzazioni sempre più strutturate.”

Ed è un bene che sia così. Flavio, tu hai anche corso in bici con una esperienza molto particolare in Giappone che – di certo – ti ha dato molto in termini di mentalità anche nel mondo del lavoro. Ma ogni tanto ti manca il correre in bici?

“Talvolta mi capita di ricordare con piacere la mia esperienza di corridore, ma ormai è un capitolo passato. Ora sono molto felice di fare quello che sto facendo e sono molto stimolato a crescere sempre di più”.