#CheStoriadiGiro presenta Eva Maria Gatscher
VILLASIMIUS (NU) – È passato un giorno dal cronoprologo sul lungomare di Cagliari, ma dallo scenario sembrano essere trascorse settimane. La provincia di Nuoro accoglie il Giro Donne mostrando alle atlete le sue colline austere, dove la terra rossa convive con lecci, roverelle, ginepri rossi e olivastri.
—
870 amici si sono già iscritti al canale Telegram BICITV.
Per ricevere aggiornamenti in tempo reale sul mondo del ciclismo, unisciti a loro cliccando qui.
—
«Mi ci divertirei su quelle rampe; non in bici, ma con una bella motocross», riflette Eva Maria Gatscher, atleta del Team Mendelspeck. La sua prima due ruote, infatti, non è stata né una bici da corsa né una mountain bike, bensì una Ktm 250 a 4 tempi, che suo papà le comprò all’età di 16 anni. «Lo presi quasi per sfinimento; ma alla fine la ebbi vinta io».
Perché alla 25enne bolzanina le sfide piacciono; e non poco, come dimostra il suo curriculum sportivo: prima campionessa italiana di motocross, poi, a partire dal 2016, volto nuovo della mtb con partecipazioni sia a gare di Downhill che di Cross Country; infine nell’estate del 2020 il debutto su strada nelle fila della formazione trentina, con cui sta partecipando al suo primo Giro Donne.
«In sella mi ci ha messo la spalla destra, che mi sono infortunata così tante volte nel motocross da aver ormai perso il conto», prosegue Gatscher. «Nella mia testa, le gare podistiche prima e la mountain bike dopo mi dovevano permettere di mantenere la forma in vista di un mio ritorno nel motorhome. Invece le due ruote muscolari mi hanno regalato nuove emozioni, nuove avversarie, nuovi ostacoli da superare».
E nel 2020 ecco la sfida che ha attirato l’attenzione della bolzanina: la telefonata del Direttore Sportivo Renato Pirrone, che le dava la possibilità di cimentarsi anche nel ciclismo su strada.
«Nel 2020 giusto un assaggio, mentre preparavo gli appuntamenti chiave del cross country (fu quarta all’italiano); la stagione scorsa qualche gara in più, ma ormai mi ero decisa a provarci sul serio: certo su strada mancano fango e drop, ma mi allettava l’idea di correre corse di primo livello».
Se il motocross le dava forti emozioni in partenza e la mountain bike le permetteva di divertirsi sui single track, il ciclismo su strada riesce a infiammare la passione di Eva Maria proprio per la possibilità di mettersi alla prova con le migliori specialiste del mondo. Un confronto che l’ha portata a stravolgere la sua giornata tipo.
«La mattina lavoro come assistente alla poltrona per un dentista; quindi sveglia alle 6, timbratura del cartellino alle 7.00, stacco alle 13.00, pranzo e poi salgo in sella. Gli allenamenti sono più lunghi, soprattutto se bisogna preparare una corsa come il Giro Donne».
Giro Donne che non è mai stato affrontato prima da Eva Maria Gatscher.
«Non solo mai affrontato, ma nemmeno considerato come un obiettivo fino a qualche mese fa. Per questo non so cosa aspettarmi: l’unico test è stata la corsa a tappe in Repubblica Ceca (la Gracia – Orlová a fine aprile), ma il livello era molto più basso. Sarà divertente mettersi alla prova; senza pressioni particolari».
Pressione che comunque non mancano nella nuova avventura su strada: per una atleta abituata a praticare motocross e mountain bike, non è facile destreggiarsi in un gruppo forte di 150 atlete, tutte intenzionate a stare davanti nei momenti clou della gara.
«Che nervosismo quando non riesco a trovare la posizione in gruppo: cerco di stare davanti e mi ritrovo indietro, quando ti sembra di poter rifiatare succede qualcosa che ti costringe a recuperare. Insomma ho ancora tanto da imparare».
Anche perché gli obiettivi di Eva Maria sono ambiziosi e riguardano due gare in cui, per fare bene, è necessario dare del tu al gruppo e alle ‘limate’: la Parigi – Roubaix e il Giro delle Fiandre.
«E se dovessi debuttare in queste corse in giornate di pioggia, penso che mi divertirei davvero tantissimo, a prescindere dal risultato. A me il freddo piace, tanto che la mia vacanza dei sogni sarebbe in Canada o in Scandinavia, da visitare a bordo di un camper; o, magari, a bordo di una motocicletta».
(Servizio e fotografie a cura di Roberto Amaglio)