C’è questa terra che vuole rinascere, anche dal punto di vista ciclistico. Domenica c’è una gran pedalata a Salerno, quindici giorni fa la fecero a Caserta… anche la Campania custodisce una profonda passione per il ciclismo e quelli che vanno in bicicletta non hanno dubbi: “Lo sport può essere una via per arrivare a un nuovo stile di vita, a nuove relazioni fra le persone e con le istituzioni. Il ciclismo con la sua ‘pedagogia della fatica’ è una disciplina che allontana dall’illegalità, dalla corruzione”.

Il ciclismo come possibilità di riscatto, addirittura come possibilità educativa. Simbolo di un Meridione sano che soffre in una situazione difficile, tra malavita organizzata e disoccupazione giovanile a livelli tragici, ma che continua a sperare. E se il ciclismo amatoriale e cicloturistico prende piede allora significa che sperare è lecito, il riscatto è possibile.

Un cicloturista di Pompei mi ha invitato approfittando della mia presenza nella celebre cittadina archeologica, mi ha chiesto di andare in bici con lui per una mattinata. Non mi sono tirato indietro. E’ vero che gli automobilisti partenopei non sono fra i più disciplinati, ma tutto sommato si sono rivelati rispettosi dei ciclisti. E i posti sono affascinanti, tutti da scoprire. Ce n’è per ogni gusto.

Noi abbiamo pedalato da Pompei a Sorrento, una trentina di chilometri, tutti sul mare, saliscendi continui, piuttosto impegnativo come percorso, ma la Penisola Sorrentina offre scorci impagabili da Castellammare di Stabia a Vico Equense, Seiano, Meta, S. Agnello… E poi per chi volesse oltre Sorrento si pedala ancora fino a Punta Campanella, davanti a Capri, oppure si gira e ci si collega alla Costiera Amalfitana e allora lì si aprono nuovi incanti…

Splendori.

Ci eravamo lasciati due settimane fa, alla vigilia della Sanremo, e avevamo spezzato una lancia a favore dei bergamaschi: specie Cattaneo ha fatto degnamente la sua parte. Ma il protagonista assoluto è stato Sagan, come corridore e come uomo. Quando l’ho visto partire sul Poggio sono rimasto disorientato e poi mi sono entusiasmato come tutti gli sportivi che si trovavano davanti alla televisione in quel pomeriggio: Sagan ha cercato il colpaccio, l’impresa impossibile. Lo avete visto, ha cercato di andare via partendo dalla testa del gruppo, di forza pura.

E, in effetti, ha staccato tutti di prepotenza. A eccezione di Kwiatkowski e di Alaphilippe che gli si sono agganciati alla ruota. E Sagan se li è trascinati fino all’arrivo dove Kwiatkowski lo ha beffato di mezza ruota. Ma Sagan non si è arrabbiato, è andato subito a complimentarsi con il rivale. E ai giornalisti ha spiegato la sua azione dicendo che il ciclismo non è soltanto cinico calcolo, ma è anche spettacolo, che è giusto dare spettacolo anche in onore dei milioni di sportivi che seguono il nostro sport. Meraviglioso.

Sembrano parole che non appartengono ai nostri tempi, parole di generosità e sportività. E del resto Sagan si era già messo in evidenza altre volte per il suo carattere, la sua umanità. Per esempio alla recente Tirreno-Adriatico, quando durante la cronometro la signora con il cane ha attraversato tagliandogli bellamente la strada… Sagan l’ha schivata grazie alla sua padronanza perfetta della bicicletta. E poi le ha anche chiesto scusa: attraversava sulle strisce…

Una sera a cena, il cavalier Pietro Santini, quello della famosa azienda dell’abbigliamento ciclistico che ha sede a Lallio, me lo confermava: Sagan è un grande. E Santini lo sa bene perché da anni veste la squadra di ciclismo della Slovacchia, la nazionale con la quale Sagan ha vinto per due volte il mondiale!

paolo aresi (2)

Paolo Aresi – giornalista e scrittore.
Dal 2015 cura la rubrica “#AMOLABICI, le Cicloctorie di Paolo Aresi” sul sito www.bicitv.it.
Il ciclismo è una sua grande passione, ha trascorso l’infanzia tifando Felice Gimondi.
Pedala con una certa energia, ma il poco tempo a disposizione lo penalizza.