Chris Froome nella leggenda, vince e veste la maglia rosa a Bardonecchia dopo 82 km di fuga e ribalta il Giro d’Italia
BARDONECCHIA (TORINO) – Ragazzi, oggi abbiamo assistito a qualcosa di straordinario. Di incredibile. Di epico. Chris Froome entra nella leggenda vincendo la diciannovesima tappa del centunesimo Giro d’Italia, Venaria Reale-Bardonecchia di 185 km, dopo aver attaccato a 82 km dall’arrivo sul Colle delle Finestre. Un’azione da pazzo, come lui stesso la definita, un’azione degna delle imprese del ciclismo di una volta, andata in porto e con la quale il britannico ha letteralmente ribaltato il Giro andando a vestire la maglia rosa.
Al traguardo in cima allo Jafferau, secono posto con tre minuti di ritardo per Richard Carapaz (Movistar Team), terzo a 3’07” Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), quarto a 3’12” Miguel Angel Lopez (Astana Pro Team) e quarto a 3’23” Tom Dumoulin (Team Sunweb), che ora insegue l’inglese a 40″ in classifica generale. Tutti e quattro hanno a lungo inseguito Froome, si sono dati anche battaglia tra loro, il lavoro più grosso è toccato comunque a Dumoulin che ha risposto in maniera regolare ai ripetuti scatti dei suoi rivali, cedendo qualcosa solo nel finale, ma non riuscendo a difendere la maglia rosa dall’attacco del britannico.
E a proposito di maglia rosa, l’altro britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott) oggi è completamente saltato, già sul Colle delle Finestre e alla fine ha pagato un ritardo di 38 minuti e 52 secondi su Froome. Crisi anche per Domenico Pozzovivo, arrivato con Davide Formolo a 8 circa minuti e mezzo. Fabio Aru, invece, aveva abbandonato il Giro questa mattina già dopo 41 km di gara.
Ma oggi i i riflettori sono tutti puntati sulla grandissima impresa di Chris Froome. Un’azione studiata a tavolino e lo si è capito da come i suoi compagni di squadra hanno lavorato per lui all’inizio del Colle delle Finestre, mettendo al gancio tutti gli avversari e in primis la maglia rosa Yates. Lo si è capito soprattutto da quei tanti uomini del personale del Team Sky posizionati in diversi punti strategici del percorso per dare eventuale assistenza e supporto anche morale al kenyano bianco.
Il resto ce lo ha messo lo stesso Chris Froome, con le gambe, il cuore e quel pizzico di follia che sta dietro ogni grande impresa. Sono stati evocati Coppi, Pantani e altri grandi campioni del passato che hanno fatto delle imprese simili. Non c’è dubbio che quello a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere oggi sia stato qualcosa di straordinario che resterà negli annali del ciclismo.
Un’azione di altri tempi dicevamo, guarda caso iniziata anche su un tratto di salita in sterrato. Qualcosa di ancora più grande perchè arrivato in questa epoca del ciclismo moderno dove è sempre più raro vedere questo tipo d’azioni. E la sorpresa più grande è stata che sia arrivata da colui che è considerato il prototipo del ciclismo moderno, re dei watt, del ciclismo studiato al computer e della preparazione maniacale. Per un giorno Chris Froome è tornato al passato. Si affidato solo all’istinto, alle sue gambe e quel pizzico di follia, per entrare nella storia, anzi, nella leggenda, e provare a vincere questo Giro d’Italia che sembrava ormai perso da settimane.
Il vincitore e Maglia Rosa Chris Froome, subito dopo l’arrivo, ha dichiarato: “Non penso di aver mai attaccato a 80 km dal traguardo nella mia carriera, ho corso da solo e sono arrivato fino alla fine. La squadra ha fatto un lavoro fantastico per mettermi in condizione di farlo. Per prima cosa dovevamo sbarazzarci di Simon Yates e poi andare via da Tom Dumoulin. Per passare dal quarto al primo posto non potevo aspettare l’ultima salita. Il Colle delle Finestre era il posto perfetto per attaccare. Le strade sterrate mi ricordano l’Africa. C’è un’altra giornata difficile domani ma le gambe staranno sempre meglio man mano che la gara continua”.
Seconda vittoria al Giro per Chris Froome dopo lo Zoncolan. Ora mira alla vittoria del Giro e sarebbe qualcosa di incredibile dopo che in carriera ha già vinto 4 Tour de France ed una Vuelta a Espana.
ORDINE D’ARRIVO:
1 Chris Froome (GBr) Team Sky 5:12:26
2 Richard Carapaz (Ecu) Movistar Team 0:03:00
3 Thibaut Pinot (Fra) Groupama-FDJ 0:03:07
4 Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team 0:03:12
5 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:03:23
6 Sébastien Reichenbach (Swi) Groupama-FDJ 0:06:13
7 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe 0:08:22
8 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb 0:08:23
9 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
10 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
CLASSIFICA GENERALE:
1 Chris Froome (GBr) Team Sky 80:21:59
2 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:00:40
3 Thibaut Pinot (Fra) Groupama-FDJ 0:04:17
4 Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team 0:04:57
5 Richard Carapaz (Ecu) Movistar Team 0:05:44
6 Domenico Pozzovivo (Ita) Bahrain-Merida 0:08:03
7 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:11:08
8 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe 0:12:19
9 George Bennett (NZl) LottoNL-Jumbo 0:12:35
10 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb 0:14:18
MAGLIE:
- Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – Chris Froome (Team Sky)
- Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo – Elia Viviani (Quick-Step Floors)
- Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Chris Froome (Team Sky), maglia indossata da Simon Yates (Mitchelton – Scott)
- Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Eurospin – Miguel Angel Lopez (Astana Pro Team)
DOMANI – TAPPA 20 | sabato 26 maggio | 214 km | Susa – Cervinia
Tappone alpino. Propone quasi 4000 m di dislivello interamente concentrati negli ultimi 90 km dove si scalano 3 salite di quasi 20 km ciascuna. Lungo avvicinamento quasi in costante ascesa da Susa verso Torino e poi attraverso le ondulazioni del Canavese per arrivare alla valle della Dora Riparia. Dalla zona di Ivrea si risale verso la Valle d’Aosta dove sono posti gli ultimi 90 km della tappa. Si scalano il Col Tsecore (16 km con lunghi tratti oltre il 12% negli ultimi 4 km), il Col de St.Pantaléon (16.5 km al 7.2%) e infine la salita di Cervinia di 19 km al 5%. Le strade sono sempre abbastanza ampie con fondo in buono stato. Ultimi km: tutti in ascesa. Il tratto più ripido si affronta poco prima e durante l’attraversamento del capoluogo comunale di Valtournenche. Ai 3 km la salita comincia a addolcirsi e dopo i 2000 m la pendenza media è del 1.4%. Rettilineo di arrivo di 450 m, largo 7 m al 4% su asfalto. Da segnalare negli ultimi 6 km la presenza di due gallerie illuminate.
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(Servizio a cura di Giorgio Torre)