Edoardo Caresia stupisce Darfo: è il nuovo campione italiano degli allievi
BOARIO TERME (BS) – Ci si attendeva la sfida tra il veneto Giacomo Rosato, il trentino Alessio Magagnotti e l’umbro Mattia Proietti Gagliardoni. Invece la firma d’autore sull’ultima gara dei Campionati Italiani Giovanili di Darfo Boario Terme è stata quella del trentino Edoardo Caresia, alla sua prima vittoria in assoluto in carriera: finora il portacolori della Forti e Veloci (nella foto di Diego Zanetti, sul podio), aveva raccolto tre terzi posti quest’anno.
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Il sedicenne, con un attacco in discesa a 12 km dal traguardo, ha eluso il controllo di un gruppo fiaccato dal caldo e dai continui cambi di ritmo di una gara vibrante. Solo il lombardo Achille Pozzi, il piemontese Lorenzo Rossini e il toscano Emanuele Ferruzzi hanno provato a inseguire il battistrada, che tuttavia ha gestito alla grande il suo vantaggio coronando la sua cavalcata con il titolo italiano.
Secondo posto per Lorenzo Rossini, che ha difeso con i denti la sua medaglia d’argento resistendo per una manciata di metri al ritorno del gruppo, regolato dal bresciano Francesco Baruzzi.
Queste le parole del neo campione italiano Edoardo Caresia. “Ero venuto qui per lavorare per Magagnotti e ho cercato nei primi giri di riportarlo in gruppo dopo la caduta. Intuito che per lui il campionato italiano stava prendendo una piega sfortunata, sulla penultima discesa ho attaccato. Da quel momento in poi, compreso l’arrivo e la vestizione della maglia, non nascondo di averci capito poco: provo un turbinio di emozioni e sensazioni inaspettate per un ragazzo che, come me, è abituato a lavorare per i compagni di squadra”.
Accetta l’esito della strada anche il piemontese Lorenzo Rossini. “Sono contento di aver vissuto da protagonista l’Italiano. Brucia un po’ non aver vinto la maglia, ma va bene così. Siamo riusciti a gestire una gara con tanti attacchi e fughe, in cui non eravamo presenti. Nel finale le cose sono andate meglio e abbiamo vinto l’argento. La dedica? Al mio amico Paolo che ha deciso di appendere la bici al chiodo”.
Sognava la maglia anche il bresciano Francesco Baruzzi. “Ero venuto qua per vincere, ma anche il podio va bene. Abbiamo attaccato tanto, soprattutto in salita, ma poi in discesa ci è scappato prima Caresia e poi Rossini. Nel finale eravamo quasi riusciti a riportarci sotto, ma onore ai primi due classificati”.
Media km/h: 40,67
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