Il trionfo di Filippo Cettolin chiude la rassegna tricolore di Darfo Boario
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Ad accendere la corsa, però, è il campano di Maddaloni Ivan Toselli in corsa con la maglia del Comitato del Lazio, che vuole riportarsi a casa la maglia tricolore già conquistata a sorpresa a Chianciano Terme nel 2021. Spettacolare l’attacco del portacolori de Il Pirata Official Team, che fino a dieci chilometri conduce in solitaria la gara. Ma, conoscendo la forza di Toselli, il gruppo non sta a guardare e si lancia all’inseguimento. Il Friuli, con Bessega e Montagner, il Veneto, con Gerotto e Cettolin, e il Comitato provinciale di Trento, con Magagnotti, Andreaus e Stenico, cercano di riportarsi sul fuggitivo. In tre riescono nell’intento: Filippo Cettolin e Andrea Bessega, ai piedi dell’ultima salita, ed Elia Andreaus, che riesce nell’aggancio in vista dell’ultimo chilometro.
Saranno loro quattro a giocarsi il successo, con il trevigiano Cettolin che vince il suo primo titolo italiano su strada anticipando Andrea Bessega e uno sfinito Andreaus. Quarto e onore delle armi per il generoso Toselli.
LE INTERVISTE – «È stata una bellissima gara, in cui come Comitato Veneto ci siamo mossi come un vero team: volontà, voglia di sacrificarsi, spirito di squadra. Così siamo riusciti a vincere quattro titoli su sei prove e così io sono riuscito a impormi in questa gara», afferma Filippo Cettolin, portacolori del Velo Club San Vendemiano. «Merito dei tecnici, e merito ai miei compagni del Veneto, che mi hanno permesso di evadere dal gruppo e riportarmi su Ivan Toselli, che ha messo in difficoltà il gruppo».
«La salita è stata decisiva: io l’ho sofferta più di Cettolin e non sono riuscito a giocarmi lo sprint come avrei voluto», ammette Andrea Bessega, secondo a Darfo Boario Terme, che è anche caduto nel corso della seconda tornata. «Una scivolata che non ha avuto conseguenze, per fortuna, così sono riuscito a rientrare in gruppo e con l’aiuto dei miei compagni riportarmi sui fuggitivi. ».
Quasi senza parole dallo sforzo profuso Elia Andreaus, terzo al traguardo.
«Nel finale siamo stati noi del Comitato trentino a guidare l’inseguimento alla testa della corsa. Magagnotti e Stenico sono stati bravi a ridurre lo strappo il più possibile, poi a fine salita ho accelerato io e sono riuscito a rientrare proprio in vista dell’ultimo chilometro. Purtroppo non ne avevo più e allo sprint non sono riuscito a contendere il successo a Cettolin e Bessega».
Media km/h: 40,79
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