Julian Alaphilippe, splendido campione del mondo a Imola 2020
IMOLA (BO) – Julian Alaphilippe è il nuovo campione del mondo. Il francese ha vinto con un’azione alla sua maniera, uno scatto sull’ultima salita con cui ha sorpreso gli avversari e poi la cavalcata trionfale negli ultimi 12 chilometri. Riecheggia la la “Marsigliese” nel cielo plumbeo di Imola che saluta con la vittoria di un grande campione questa piccola-grande edizione dei Mondiali di Imola 2020, perfettamente organizzati dall’Italia in una ventina di giorni (foto Photobicicailotto).
Medaglia d’argento per il belga Wout Van Aert (Belgio) che, a 24 secondi, ha vinto la volata del gruppetto degli inseguitori per il secondo posto. Secondo argento per il vincitore della Milano-Sanremo 2020 che anche nella prova a cronometro era arrivato alle spalle di Ganna. Medaglia di bronzo per il giovane svizzero Marc Hirschi.
È una delle giornate più attese della stagione, ancora più in quest’anno così particolare e complicato, è il giorno del Campionato del Mondo di ciclismo su strada che torna in Italia e torna ad Imola, 52 anni dopo la vittoria iridata di Vittorio Adorni.
Al via si schierano 177 corridori in rappresentanza di 43 nazioni. Devono affrontare 9 giri del circuito iridato per un totale di 258,2 km con 5.000 metri di dislivello con le due salite di Mazzolano e Cima Gallisterna.
Dopo pochi chilometri dalla partenza nasce subito la fuga di giornata promossa da sette corridori. Si tratta di Jonas Koch (Germania), Torstein Traeen (Norvegia), Marco Friedrich (Austria), Daniil Fominykh (Kazakistan), Yukiya Arashiro (Giappone), Eduard-Michael Grosu (Romania) e Ulises Castillo Soto (Messico).
Il loro vantaggio massimo arriva a 7’07”. Dopo 122 km di gara accusa la fatica l’austriaco Friedrich che si stacca e in testa restano in sei a condurre. Dopo 130 km rimangono in cinque perché anche il rumeno Grosu si arrende. Ma davanti ormai è saltato l’accordo e allora rilanciano l’azione Jonas Koch (Germania) e Torstein Traeen (Norvegia) che formano una nuova coppia al comando della corsa. Il gruppo principale è segnalato a 4’47” quando mancano 100 km al traguardo, con Svizzera, Danimarca e Slovenia a condurre l’inseguimento.
I due battistrada proseguono nel loro tentativo, ma il gruppo ha decisamente aumentato il ritmo, è andato a riprendere uno a uno tutti i reduci della fuga iniziale compresi Koch e Traeen acciuffati a 69 km dall’arrivo con il forcing della Francia scatenata in testa.
Nel frattempo, al passaggio sotto il traguardo, quando inizia il penultimo giro, il vincitore del Tour de France Tadej Pogacar (Slovenia) ha un guasto meccanico ed è costretto a fermarsi, a cambiare bicicletta e quindi a rincorrere il gruppo.
Ma è proprio il giovane talento sloveno, dopo essere rientrato nei ranghi, ad accendere la corsa. A 42 chilometri dall’arrivo ecco lo scatto secco dell’ultima maglia gialla nell’ultimo tratto di salita di Gallisterna. Guadagna una quindicina di secondi. Il Belgio guida il gruppo all’inseguimento.
Al suono della campana Pogacar resiste solo al comando con 25” di vantaggio sul plotone. A 21 km dall’arrivo, sull’ultimo assalto a Mazzolano, scatto di Tom Dumoulin (Olanda) che si riporta su Pogacar. Dietro ormai sono vicinissimi. Serie di attacchi. Arriva, deciso, quello dell’azzurro Damiano Caruso. Poi parte anche Vincenzo Nibali che si porta a ruota Mikel Landa (Spagna), Rigoberto Uran (Colombia) e Wout Van Aert (Belgio). A 17 km dall’arrivo il gruppo dei migliori è tornato compatto. Nuovo attacco, questa volta si muove Hirschi, di forma un drappello di sette corridori, tutti i più attesi e c’è anche Nibali.
A 12 chilometri dalla conclusione ecco l’azione risolutrice. Parte Julian Alaphilippe. Nessuno risponde all’azione del francese che guadagna subito un bel vantaggio. Alle sue spalle si forma un quintetto con Jacob Fuglsang (Danimarca), Primoz Roglic (Slovenia), Wout Van Aert (Belgio), Michal Kwiatkowski (Polonia) e Marc Hirschi (Svizzera). Perde contatto Vincenzo Nibali.
Alaphilippe insiste nella sua azione, mantiene circa 12 secondi, diventano 15 al triangolo rosso dell’ultimo chilometro, è fatta. Il francese è campione del mondo. Una maglia iridata tutta da dedicare a papà Jacques, recentemente scomparso. Lacrime di gioia per il transalpino dopo l’arrivo e sul podio. Decimo Damiano Caruso che come era successo al Tour è il migliore degli italiani.
È uno dei giorni più belli della carriera di Julian Alaphilippe, sicuramente la vittoria più importante, in un palmares già prestigiosissimo nel quale annovera, tra le altre, la Milano-Sanremo del 2019, la Freccia Vallone 2018 e 2019, una tappa alla Vuelta a España 2017, due tappe e la classifica scalatori al Tour de France 2018 e due tappe al Tour de France 2019.
«Non ho parole per descrivere questa emozione. Oggi ho centrato l’obiettivo più grande della mia carriera. Ho affrontato tanti sacrifici, senza lasciare nulla al caso. Devo dire grazie ai miei compagni. È stata una giornata da sogno, ancora non realizzo cosa siamo riusciti a combinare» racconta Alaphilippe con ancora le lacrime agli occhi. «Sull’ultima salita sono andato “a tutta” per prendere un po’ di vantaggio prima della discesa. Non ho pensato, ma ho solo dato tutto quello che avevo. A 200 mt dalla fine ho capito che non potevano più riprendermi e che il sogno si era realizzato. Sono così felice!» prosegue il nuovo campione del mondo che debutterà in maglia iridata alla Freccia Vallone mercoledì prossimo.
(Servizio a cura di Giorgio Torre)
Media km/h: 38,87
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