Van der Poel infiamma Hoogerheide. Suo il titolo mondiale
HOOGERHEIDE (NED) – L’epilogo che tutti gli appassionati sognavano: i due grandi protagonisti del ciclocross a contendersi la gara più importante dell’anno dall’inizio alla fine, con la maglia iridata assegnata solo allo sprint. Il Campionato del Mondo di Hoogerheide è stato il palcoscenico di una grande sfida tra Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert, già in fuga dopo 4 minuti di gara e che si sono giocati la vittoria sul rettilineo in salita di Hoogerheide.
Alla fine la volata ha premiato il beniamino di casa che, sul tracciato disegnato dal padre e davanti a 1500 tifosi assiepati sulla tribuna dell’arrivo, si è aggiudicato per la quinta volta la maglia arcobaleno, a distanza di tre anni dall’ultimo successo.
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«Questa rientra tra le tre vittorie più belle di tutta la mia carriera», dice entusiasta il fresco campione del mondo. «Oggi ero tranquillo, sereno; magari qualcuno si aspettava che attaccassi prima delle tavole, ma io conoscevo a memoria questo rettilineo e ho voluto aspettare lo sprint».
E sul rivale di tutta una carriera, Mathieu Van der Poel afferma. «E’ da dieci anni che io e Wout ci spingiamo l’uno con l’altro: ogni tanto vinco io, ogni tanto vince lui. E andremo avanti così ancora per molto, già a partire dalla Classiche. In ogni caso, penso dovremo essere orgogliosi della carriera che stiamo realizzando».
La gara
Ci sono voluti solo 4′ per avere la conferma che il mondiale sarebbe stato un affare privato tra i due grandi avversari. La prima accelerazione di Van der Poel separa i ‘buoni dai cattivi’: davanti i due fuoriclasse, dietro tutti gli altri, impegnati in una gara tattica e guardinga a caccia dell’unico posto sul podio disponibile.
Anche perché, complice il primo giro a tutta, la giuria ha deciso che sarebbero stati 10 i giri in programma, regalando ai tifosi uno spettacolo lungo 67 minuti. Occhi sui primi due della classe, con l’olandese molto più aggressivo del rivale. Dopo il primo giro a tutta, Van der Poel è autore di un’altra sparata dopo le tavole al terzo giro e poi un affondo sulla salita al quinto passaggio; infine al settimo giro un altro tentativo di nuovo sulle tavole. Una condotta di gara che può far pensare che l’olandese riproverà ad allungare nello stesso punto anche all’ultimo giro; invece il portacolori della Alpecin-Deceuninck resta a ruota, concedendo a Van Aert sia di impostare le tavole, la discesa, la scalinata a 36 scalini e l’ultima contropendenza.
Sul rettilineo i due arrivano quindi appaiati, a una velocità bassissima. E nella partenza da fermo si dimostra più brillante Van der Poel che, anche con un rapporto più agile dettato dalla scelta del monocorona, prende un piccolo margine di vantaggio nei primi metri e li difende fino al traguardo.
Terzo posto per Eli Iserbyt, che precede Lars Van der Haar e il campione europeo Michael Vanthourenhout, mentre l’unico azzurro al via, il campione italiano Filippo Fontana, conclude il suo primo mondiale tra gli Elite al 28° posto.